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Sabato, 06 Lug 2024

di Ivan Duca

Le numerose critiche e segnalazioni ricevute dalla nostra redazione in merito alle nuove procedure selettive interne, ex articolo 15, per i passaggi di livello di ricercatori e tecnologi, sembrano testimoniare il diffuso stato di malumore delle migliaia di candidati interessati e il caos che caratterizza l’attività gestionale del Cnr.

Si tratta dei bandi di concorso per 219 progressioni al livello superiore, con decorrenza giuridica ed economica fissata al 1 gennaio 2010 (bandi n. 364.143 per n.80 progressioni a dirigente di ricerca; 364.144 per n.117 progressioni a primo ricercatore; 364.145 per n.6 progressioni a dirigente tecnologo e 364.146 per n.16 progressioni a primo ricercatore).

Data ultima per la presentazione delle domande, inoltrabili esclusivamente in via telematica, è il 22 luglio 2013.

Sono oltre duemila e cinquecento i ricercatori e tecnologi interessati alle dette procedure, che verranno misurati con criteri di selezione, ancora una volta, differenti da quelli adottati nelle precedenti tornate concorsuali interne ai sensi dell’art.15 commi 5 e 6 del ccnl (ex art.64).

In pratica, i candidati che negli anni hanno concentrato la propria produttività scientifica per raggiungere gli obiettivi che nelle precedenti selezioni venivano maggiormente valutati si sentono oggi disorientati, se non addirittura beffati, e ciò in quanto gli indicatori del merito sono cambiati. Ancora una volta, quindi, si stabiliscono le regole del gioco a partita conclusa. Ciò che nello sport è considerata scorrettezza da squalifica, nel Cnr sembra essere il modus operandi preferito.

Eppure all’esito dei numerosi confronti con le organizzazioni sindacali sulle modalità delle precedenti selezioni, l’allora presidente Luciano Maiani aveva assicurato che i criteri di valutazione adottati non sarebbero stati mutati per almeno tre selezioni successive.

L’attuale gestione del Cnr, disattendendo l’impegno assunto dalla precedente amministrazione, non sembra prediligere l’instaurarsi di un rapporto di fiducia con i propri dipendenti.

Risulta difficile, infatti, comprendere come il mancato rispetto dei patti assunti potrà permetterà il raggiungimento del tanto auspicato rilancio della ricerca pubblica.

Nello specifico, ricercatori e tecnologi segnalano gravi carenze dei bandi: l’assenza di valutazione di premi scientifici o tecnico-scientifici; l’ammissione alla valutazione di “libri, capitoli di libri ed atti di congresso se dotati di Isbn”( l’International Standard Book Number, infatti, non è indice di qualità del prodotto editoriale, ma codice univoco di identificazione utile alla commercializzazione del testo); l’esclusione della valutazione, per il profilo tecnologo, di relazioni tecniche non “depositate ufficialmente presso il Cnr”; la limitazione ad un sottoinsieme di “migliori pubblicazioni” (5 per i Tecnologi e 10 per i Ricercatori) e non la valutazione dell’intera produzione scientifica per l’attribuzione del corposo punteggio che arriva fino a 40 punti sui 100 attribuibili. Criticità già prontamente evidenziate da Usi-Ricerca all’amministrazione, ma incredibilmente del tutto ignorate.

Anche in occasione dei primi concorsi ex art. 64, Usi-Ricerca rilevò le molte criticità che, inesorabilmente, determinarono un cospicuo contenzioso legale e la diffusione, da parte dello stesso sindacato, di un “libro bianco”, il cui contenuto rappresenta forse, in tema di procedure concorsuali, una delle pagine più nere dell’ente di piazzale Aldo Moro. La vicenda  fece risaltare a livello internazionale l’inefficacia del modello Cnr per la valutazione scientifica dei ricercatori e dei tecnologi.

A tutto ciò si aggiunge la criticata procedura telematica messa a punto, in questa occasione, dall’ente, per la presentazione delle domande di ammissione ai concorsi.

Al riguardo, i candidati lamentano che lo strumento risulta complesso e di difficile utilizzo, forse per l’assenza di note esplicative o per l’inefficace comunicazione delle stesse da parte della direzione generale.

Chi si aspettava maggiore attenzione verso il personale del Cnr da parte della gestione Nicolais-Annunziato, sembra essere stato ancora una volta deluso.

In molti ora chiedono, giustamente, rettifiche dei bandi e conseguente differimento dei termini di scadenza.

Se così non sarà, stando alle premesse, non appare difficile ipotizzare una nuova stagione di contenziosi, che certamente non farebbe onore a un ente pubblico che da novant’anni viene finanziato dal contribuente.

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