di Flavia Scotti
Il 1° luglio scorso, la Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti ha presentato la Relazione sulla gestione finanziaria dell’Istituto italiano di studi germanici, per gli anni 2010 e 2011.
L'Istituto, che ha sede a Roma nella prestigiosa Villa Sciarra, a due passi dal Gianicolo, è stato istituito con il Regio Decreto Legislativo 26 marzo 1931, n. 391 convertito dalla Legge 12 giugno 1931, n. 931 con la finalità di promuovere studi scientifici e un sistematico e reciproco scambio di rapporti culturali sulla vita spirituale, sociale ed economica dei popoli germanici (Austria, Danimarca, Germania, Irlanda, Norvegia, Olanda, Svezia e Svizzera tedesca).
Dall’esame della predetta Relazione dei giudici contabili ciò che, ancora una volta, colpisce, è l’esiguità del personale alle dipendenze dell’ente, di gran lunga inferiore a quello che si ottiene sommando le figure del presidente, del cda, del consiglio scientifico, dei revisori dei conti e del direttore. Il tutto per complessive dodici unità. Più del doppio dei numero di dipendenti, che complessivamente assommavano, alla fine del 2011, a cinque unità: un tecnologo; tre funzionari amministrativi e un collaboratore amministrativo.
Se questo non è record mondiale, forse poco ci manca.
Il Foglietto continua a chiedersi: che senso ha un ente con un numero di dipendenti che non supera le dita di una mano, ma che ha un presidente, due consiglieri di amministrazione, cinque consiglieri scientifici, tre revisori dei conti e un direttore?
LA REPLICA DEL PRESIDENTE DELL’ISTITUTO ITALIANO DI STUDI GERMANICI
Gentile Dott.ssa Scotti,
leggo con stupore e disappunto il Suo breve articolo del 23 luglio scorso su “Il Foglietto della Ricerca”, dedicato all’Istituto Italiano di Studi Germanici e basato sulla relazione, peraltro positiva anche se da Lei non rilevato, della Corte dei Conti per gli anni 2010-2011.
Premesso che un Ente si giudica in base a quello che fa e non all’esiguità del personale dipendente, La informo che da quando, nell’agosto 2011, si è insediata la nuova Direzione, l’Istituto ha avviato una fortissima azione di rilancio, sorprendente proprio per l’esiguità del suo personale, come si può evincere da una semplice consultazione del sito www.studigermanici.it .Nell’arco di poco più di un anno sono stati assunti un ricercatore a tempo determinato per 5 anni, quale vincitore di un FIRB, 4 contrattisti, a seguito di una vincita di un bando europeo, 1 ricercatore a tempo indeterminato per 6 mesi l’anno.
Ritengo che “Il Foglietto”, invece di sparare titoli ad effetto, dovrebbe fornire informazioni corrette e aggiornate e soprattutto sostenere la politica della ricerca anche di quegli Enti le cui dimensioni non sono paragonabili con quelle dei grandi organismi.
Disponibile a mostrarle in concreto l’attuale, positiva realtà dell’IISG, pur fra le tante difficoltà, Le invio i migliori saluti.
29 luglio 2013
Fabrizio Cambi - Presidente dell’Istituto Italiano di Studi Germanici
LA CONTROREPLICA DEL FOGLIETTO
Spiace replicare al presidente Cambi che le accuse rivolte al nostro settimanale, di non fornire “informazioni corrette e aggiornate” e “di sparare titoli ad effetto”, si appalesano del tutto infondate.
Il Foglietto, infatti, nell'articolo, dopo aver correttamente precisato le finalità istituzionali dell’ente di ricerca con sede in Roma a Villa Sciarra, si è rigorosamente attenuto a quanto riportato nella Relazione della Corte dei conti per gli anni 2010-2011, rendendo peraltro accessibile ai lettori il documento pubblicato il 1° luglio 2013 della Magistratura contabile.
Pertanto, l’assoluta esiguità del personale alle dipendenze dell’IISG – peraltro riconosciuta dallo stesso presidente - pur attenuata, si fa per dire, dall’assunzione “di 1 ricercatore a tempo indeterminato per 6 mesi l’anno (sic!)”, non può giustificare - a nostro avviso - l’esistenza di un ente con tanto di presidente, cda, consiglio scientifico, revisori dei conti, e direttore, nonché di una sede con tanto di costi di gestione”.
In tempo di spending review, trasferire finalità e personale dell’IISG nell’alveo di un’altra istituzione pubblica di ricerca non deve far inalberare nessuno, perché potrebbe significare, invece, recuperare risorse preziose per la ricerca stessa, a partire da quelle necessarie per assumere personale a tempo indeterminato anziché precari o “stagionali” .
Obiettivo nobile, che giustificherebbe anche la perdita di un poco onorevole record mondiale.(F. S.)