di Alex Malaspina
E siamo a cinque. Tanti sono i direttori generali succedutisi all’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs) in poco meno di due anni, da quando al vertice dell’ente di ricerca di Sgonico (Trieste) è approdata Maria Cristina Pedicchio.
La prima a lasciare la carica, per cessazione del mandato, è stata Tiziana Maier, nel mese di gennaio 2012, dopo aver portato a compimento il quinquennio iniziato sotto la presidenza di Iginio Marson al quale, ad agosto 2011 era subentrato, appunto, la Pedicchio.
Al posto della Maier, approdava l’avvocato Alessio Rocchi, già stretto collaboratore della Pedicchio nella gestione del Cbm s.c.ar.l. in cui ricoprivano l’una, la carica di presidente del cda, e l’altro, quella di procuratore responsabile.
Dopo poco più di un mese dall’insediamento, esattamente il 21 febbraio 2012, Rocchi inopinatamente rinunciava all’incarico di dg, accettando però di protrarlo fino alla nomina del suo successore.
Il 23 luglio, infatti, gli subentrava Franco Coren, primo ricercatore dell’Ogs, che, dopo appena un anno, rassegnava le dimissioni, prontamente accolte dal cda dell’ente.
Ma, prima della nomina di Coren, era stato individuato dal cda dell’Ogs come direttore generale Nicola Trevisan che, però, “a seguito dei colloqui intercorsi con la presidente Pedicchio, non aveva confermato la propria disponibilità ad assumere l’incarico nei tempi previsti”.
Dal prossimo 1° settembre, dopo l’abbandono di Coren, toccherà a Norberto Tonini sedere su quella che ormai in tanti all’Ogs definiscono la poltrona più scottante d’Italia.
Quanto resisterà, Tonini? Nessuno può dirlo, ma non sono in pochi ad essere convinti che, visti i precedenti, probabilmente dovrà accontentarsi di mangiare il panettone ma difficilmente anche la colomba.
Eppure la retribuzione prevista per il dg dell’Ogs è tutt’altro che trascurabile: 145.534,32 euro annui, compresa l’indennità di risultato (11.490 euro).
E’ evidente che questi rapidi avvicendamenti rischiano di avere ripercussioni negative sulla gestione dell’ente, che vive una situazione di grave sofferenza organizzativa, con ripercussioni sul personale, che si trova ad operare in un clima di disagio e di insicurezza.
Tale situazione, tutt’altro che idilliaca per un istituto di ricerca, viene accentuata dalla mancata emanazione del Regolamento delle Strutture da parte del cda, di cui fa parte anche un componente eletto dal personale dell’ente, l’ingegner Sergio Persoglia, di recente collocato in quiescenza.
L’attività del Persoglia in seno al cda non viene considerata del tutto ottimale perché, fino a oggi, non avrebbe agevolato, in virtù della conoscenza ultratrentennale dell’ente, un dialogo costruttivo tra i vertici dell’Ogs e il personale, che sarebbe stato indubbiamente di aiuto per la soluzione delle numerose problematiche emerse negli ultimi due anni.
Una cosa, comunque, è certa: l’Ogs, con cinque direttori generali in due anni, è entrato di diritto nel guinness dei primati.
L’Anvur, nella prossima valutazione degli enti vigilati dal Miur, non potrà non tenerne conto.