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Sabato, 06 Lug 2024

di Roberto Tomei

Da dopodomani, 1° agosto, John Albert Kirindage, nato nello Sri Lanka, tra i più anziani lavoratori precari dell’Ingv, dal 1° gennaio 2003 addetto al servizio di portineria presso la sezione di Bologna in via Donato Creti n. 12, avrebbe dovuto dire per sempre addio all’ente di via di Vigna Murata.

Il direttore generale Massimo Ghilardi, infatti, con una nota del 27 giugno scorso aveva comunicato a Andrea Morelli, direttore della sezione felsinea, che ”poiché il contratto di lavoro a tempo determinato del sig. John Albert Kirindage giungerà a scadenza il 30/06/2013, non è interesse di questa Amministrazione procedere ad ulteriore rinnovo”.

Morelli ne dava immediata comunicazione a John Albert che, in men che non si pensi, veniva invitato a restituire tutte le chiavi di accesso allo stabile nonché quella di acceso alla porta interna dell’alloggio, che fino ad allora aveva avuto in uso.

John Albert, dunque, nel giro di 72 ore si vedeva privato del lavoro e dell’alloggio. In pratica, come si dice in gergo, “finiva in mezzo alla strada” e, forse, sarà stato proprio per evitare ciò che egli, con una garbata nota del 2 luglio, ha chiesto al direttore Morelli di “poter continuare a usufruire, per se stesso e per la moglie, dell’alloggio", fino a che non avrebbe trovato una dimora alternativa nella quale trasferirsi, “e comunque non oltre il 31 luglio 2013”.

Morelli, presumibilmente dopo aver sentito la direzione generale, rispondeva nella stessa giornata del 2 luglio, accogliendo, bontà sua, la richiesta di proroga, non senza aver invitato John Albert "a cessare ogni attività lavorativa e di servizio presso la sezione Ingv di Bologna e ad evitare l’accesso agli spazi dell’Ingv, tramite l’utilizzo della porta interna ”.

Nei giorni successivi alla inopinata “espulsione” del lavoratore di origini extracomunitarie, nessuno, ma proprio nessuno, tra coloro che si definiscono difensori dei lavoratori, è intervenuto in sua difesa.

L’eccezione è stata, ancora una volta, il sindacato Usi-Ricerca che, venuto a conoscenza della incresciosa vicenda, è riuscito, grazie alla paziente quanto decisa opera del proprio coordinatore nazionale per l'Ingv, Giuseppe Falzone, a far revocare l’inaccettabile provvedimento di “licenziamento”, sul presupposto, fino ad allora clamorosamente ignorato dall’ente, che John Albert Kirindage, pur essendo il più debole dei precari, doveva e deve avere le medesime tutele di tutti gli altri precari dell’Ingv, con la conseguenza che il suo contratto non poteva non essere prorogato almeno fino al 31 dicembre 2013, salvo ulteriori differimenti.

Tesi, questa, che, pur se tardivamente, è stata recepita dall’ente presieduto dal Stefano Gresta, per cui il 23 luglio scorso John Albert è stato reintegrato nell’incarico e nell’alloggio, così riacquistando, lui e la sua consorte, la serenità perduta.

Tutto è bene ciò che finisce bene? Diciamo di sì, anche se resta l’amarezza per la mancanza di solidarietà che in tanti hanno “dimenticato” di esprimere a John Albert, la cui vicenda, purtroppo, non è la prima che si registra negli enti di ricerca.

Forse alcuni lettori ricorderanno che nel 2008 ad essere inopinatamente espulso da un ente di ricerca, il Cra per la precisione, era stato - quando si dice la combinazione - un altro lavoratore di origini extracomunitarie, Sing Sukhdev. Anche allora, l’unico sindacato che prese prontamente le sue difese fu Usi-Ricerca, riuscendo a ottenere dal Tribunale la sua reintegra nel posto di lavoro.

La vicenda, che ebbe una vasta eco anche sulla stampa nazionale, venne raccontata dal Foglietto n. 33 del 23 settembre 2008 e n. 41 del 18 novembre 2008.

Anche se temiamo che quella di John Albert non sarà certamente l'ultima, il nostro auspicio è che vicende di tal genere, almeno nella pubblica amministrazione, non abbiano più a ripetersi .

Né sotto la Torre degli Asinelli né altrove.

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