di Biancamaria Gentili
L’Istat si appresta ad avvicinarsi al record detenuto dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs) in tema di direttori generali avvicendatisi nel corso degli ultimi due anni.
Se all’Ogs in poco meno di due anni si sono succeduti ben cinque direttori, all’Istat nello stesso arco di tempo siamo prossimi al quarto.
E sì, proprio così, visto che, dopo l’uscita di scena alla fine del 2011 di Giovanni Fontanarosa, sulla poltrona tra le più ambite dell’ente statistico si sono alternati Giovanna Bellitti, rimasta in carica come reggente per quasi quattro mesi, e, dal 26 marzo 2012, Maria Lucia Carone, dirigente generale della Ragioneria dello Stato, giunta in via Balbo per diciotto mesi, all’esito di una procedura pubblica, che il 2 agosto scorso è stata riavviata con un apposito bando volto a sollecitare e raccogliere dichiarazioni di interesse da parte di soggetti qualificati.
Ai più stretti collaboratori, la Carone, che nei giorni scorsi ha rianimato, con una nuova convenzione con il Provveditorato alle Opere Pubbliche del Lazio, l’appalto milionario per i lavori (secretati) di ristrutturazione della sede centrale di via Balbo bloccato da anni, avrebbe manifestato l'intenzione di non ripresentare la propria candidatura e di rientrare nei ruoli della Ragioneria.
A valutare gli aspiranti direttori generali sarà il facente funzioni di presidente, Antonio Golini, che – stante la prolungata inerzia del governo, che ad oggi non ha ancora avviato la procedura per la nomina di un presidente pleno jure - rischia di restare alla guida dell’Istat chissà per quanto, con ciò confermando che in Italia non c’è nulla di più definitivo di ciò che è temporaneo.