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Sabato, 06 Lug 2024

di Roberto Tomei

Ancora una volta Il Foglietto ha fatto centro. La settimana scorsa avevamo scritto che all’Ingv era in atto una sorta di campagna acquisti novembrina che, nelle intenzioni dei vertici, avrebbe dovuto rafforzare la compagine addetta alla gestione dell’ente, da mesi in crisi e a un passo dalla retrocessione, per essere  incappata in clamorosi scivoloni, puntualmente raccontati e documentati dal nostro settimanale.

Dopo l’assunzione di ben due legali, salvo poi affidare incarichi professionali a soggetti esterni all’ente, ignorando anche l’Avvocatura dello Stato, il presidente Gresta e il direttore generale Ghilardi hanno individuato altri due settori carenti ai loro occhi: quello della comunicazione e quello amministrativo.

Andato deserto il concorso pubblico per acquisire una personalità di elevato spessore, cui affidare il coordinamento della comunicazione, Gresta e Ghilardi, sempre per rendere più gradevole l’immagine dell’Ingv all’esterno, hanno chiesto e ottenuto dal Cnr il comando, a spese dello stesso Ingv e che prevede anche un sostanzioso bonus, di una tecnologa di ruolo (giunta in mobilità allo stesso Cnr, a giugno 2009, da una Asl romana).

Si tratta di Silvia Mattoni, 46 anni, iscritta all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006, alla quale è stato assegnato, a decorrere da sabato scorso, con un decreto datato 14 novembre 2013, l’incarico di “Coordinatore dell’Ufficio comunicazioni dell’Ingv”, per dodici mesi, rinnovabili.

E' lo stesso incarico oggetto del suddetto concorso pubblico, conclusosi con un nulla di fatto, in quanto, come abbiamo sottolineato in un nostro articolo del 14 ottobre, il direttore generale, Massimo Ghilardi, nel decreto n. 314 del 8 ottobre 2013, aveva testualmente scritto: "Si da (senza accento sulla a, ndr) atto che … nessun candidato ... è risultato vincitore".

Passando a trattare, poi, l’insufficienza in materia di amministrazione e di gestione del personale, invece, dal 11 novembre hanno richiamato in campo Tullio Pepe, già direttore generale dell’Ingv, messo praticamente "fuori squadra", dopo l’arrivo dell’attuale dg.

Sulla possibilità che i due “acquisti” novembrini possano risollevare le traballanti sorti dell’Istituto nazionale di vulcanologia e geofisica sono in tanti a nutrire dubbi.

Se il "reintegro" di un dirigente come Pepe, anche se con una procedura che si appalesa non proprio ortodossa, può sembrare doveroso, se non altro per evitare il perdurare di un possibile danno all'erario, non è detto però che possa giovare all’Ingv, dal momento che le decisioni che lo stesso Pepe dovrà – se li riterrà legittimi, naturalmente – trasformare in provvedimenti, saranno assunte da altri.

Solo incidenter tantum, ricordiamo che per l'affidamento di incarichi dirigenziali, come quello dato a Pepe, la legge prevederebbe che l'amministrazione, dopo aver pubblicato apposito avviso, acquisisca le disponibilità dei dirigenti interessati e le valuti.

Per quanto risulta, e salvo prova contraria, bandi o avvisi di sorta, però, non se ne sono visti. Probabilmente, sulla scorta di quanto accaduto per il bando relativo al comunicatore, esauritosi senza vincitori, si è pensato, tagliando la testa al toro, di omettere di fare qualsiasi bando, realizzando così anche una singolare operazione di spending review.

Quanto alla tecnologa presa in prestito dal Cnr, non sono in pochi ad attendere di leggere, non appena verrà pubblicato sul sito dell’ente, il suo curriculum, di cui – per inciso – non siamo riusciti a reperire copia né sui motori di ricerca né sui social network.

Ma, a prescindere dal curriculum, anche su tale ultima nomina, come su quella di Pepe, ci sono già molti mormorii, in particolare per quanto riguarda il compenso che l’Ingv andrà ad erogare alla tecnologa proveniente da piazzale Aldo Moro, individuata intuitu personae.

Infatti, oltre allo stipendio percepito quale dipendente del Cnr, leggesi che l’Ingv corrisponderà alla medesima tecnologa un bonus pari al 15% dello stesso stipendio, a titolo di indennità, la cui natura non appare specificata nel predetto provvedimento, nel quale, però, ancora una volta, con straordinaria pervicacia, il plurilaureato direttore generale Massimo Ghilardi si ostina, in quello che sembra un vero e proprio braccio di ferro con la grammatica, a scrivere “si da atto”, senza l’accento, e quindi senza operare la dovuta differenza tra verbo e preposizione, per di più, semplice. Sul punto, c’è chi vorrebbe trasmettere gli atti all’Accademia della Crusca, per i provvedimenti del caso.

Davvero encomiabile per un ente pubblico la rapidità con la quale Gresta e Ghilardi hanno avviato l'iter per la chiamata in comando della Mattoni. Infatti, il 9 ottobre scorso, ad appena 24 ore di distanza dal provvedimento con il quale Ghilardi dichiarava la bocciatura di tutti gli aspiranti alla carica di coordinatore della comunicazione, il presidente Gresta, con nota di prot. 864, chiedeva "il comando, per la durata di 12 mesi, della d.ssa Silvia Mattoni, corredata del relativo curriculum vitae ...". Nello stesso, giorno, con nota prot. U 13812, il direttore generale Ghilardi inoltrava la richiesta di comando al Cnr che, sempre con rapidità da guinness dei primati, dopo appena 4 giorni, con nota 16342, dava il proprio assenso al comando.

Ma in questa vicenda c’è un ultimo particolare degno di menzione e cioè che il ruolo di capo dell’Ufficio della comunicazione dell’Ingv, fino a sabato scorso, non risultava sguarnito, essendo stato affidato da anni a una tecnologa di III livello, giornalista dal 2004, evidentemente in possesso dei  requisiti che il ruolo richiede, visto che su di lei l’Ingv ha investito circa 30 mila euro per corsi di formazione alla Luiss e per master presso il Politecnico di Milano, tutti specialistici e attinenti alla materia della comunicazione.

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