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Sabato, 06 Lug 2024

di Giuseppe Falzone

Sono 230 i dipendenti a tempo determinato dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia il cui contratto andrà a scadere il prossimo 31 dicembre.

All’appuntamento mancano circa venti giorni e in via di Vigna Murata c’è ansia e preoccupazione tra i tanti lavoratori, soprattutto per la mancanza di informazioni ufficiali sull’operato dell’amministrazione.

Anche se le intenzioni sembrano essere quelle di disporre un rinnovo per  tutti, per un quinquennio, ovvero sino a tutto il 2018, di concreto ad oggi non v’è nulla.

Il costo dell’operazione si aggirerebbe sui 10 milioni di euro annui, che in parte verrebbe coperto con i fondi ordinari e, per l’altra parte, con i proventi delle convenzioni con la Protezione civile e dei progetti finanziati dal Miur.

Un’operazione che, è auspicabile, l’ente possa portare a termine prima della fine del mese, dandone tempestiva comunicazione ai diretti interessati e alle organizzazioni sindacali.

Non meno chiara appare la procedura che dovrà portare all’assunzione da parte dello stesso Ingv di 200 dipendenti nel quinquennio 2014-2018, con un contingente annuo di 40 unità.

Perché l’iter possa iniziare, è necessario che vengano adottati da parte della Funzione pubblica e del Miur i provvedimenti attuativi previsti dall’art. 24 della legge n. 125/2013.

Dopo le prime dichiarazioni di disponibilità fatte dai vertici dell’ente, in occasione dell’ultimo incontro avuto con li sindacati, oggi sembra sfumare l’ipotesi di uno scorrimento massiccio delle liste di stabilizzazioni, se è vero, come è, che il Presidente Gresta, in un articolo apparso domenica 8 dicembre  sul quotidiano La Sicilia, ha testualmente dichiarato: « Ora, compatibilmente con le disponibilità economiche, stiamo procedendo al rinnovo, per un ulteriore anno, della maggior parte dei contratti in scadenza. Tutto questo mentre siamo in attesa del decreto di allargamento della pianta organica, necessario per poter predisporre il bando dei concorsi a tempo indeterminato».

Nello stesso articolo, per quanto attiene nello specifico alle sezioni Ingv di Catania e di Palermo, ancor più disperato e tardivo appare l’appello lanciato da Gresta alle istituzioni siciliane affinché le stesse, a fronte di un finanziamento di soli due milioni di euro, consentano la prosecuzione di un progetto che vede da tempo l’ente impegnato nel monitoraggio sismico e vulcanico dell’intera Regione Sicilia. Allo scadere del corrente mese di dicembre, infatti, le professionalità sin qui formate per la gestione e manutenzione delle reti potrebbero andare definitivamente perse.

Come se non bastasse, alla mancanza d’informazioni si aggiungono le dichiarazioni poco esaustive fatte dai due membri eletti in Cda, vale a dire Pino e Meloni, in occasione della loro visita a Catania del 29 novembre scorso.

Tenuto conto che il punto 5 dell’ordine del giorno del CdA del 27 novembre riguardava il “Bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2014”, ci si aspettava che Meloni e Pino informassero il personale circa le somme previste in bilancio da destinare al rinnovo dei contratti del personale a tempo determinato, giacché ad esse aveva fatto riferimento il direttore generale Ghilardi, nelle risposte date ad Usi-Ricerca.

Lo stesso dg aveva condizionato la possibilità di rinnovo dei contratti alla “disponibilità delle risorse finanziarie” e al fatto che il prossimo 27 novembre verrà sottoposto all’esame del CdA il Bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2014. Una volta approvato il documento previsionale sarà possibile formulare un quadro preciso delle proroghe”. Ad oggi, purtroppo, nessuna nuova e tante richieste risultano ancora da soddisfare.

Poco sostenibili, nell’ambito del dibattito con i due membri del Cda, sono apparse le loro tesi sul problema della mancata trasparenza e dell’omessa pubblicazione dei verbali dello stesso CdA. Pino e Meloni, accusati dai presenti di essere venuti meno al loro patto elettorale, si sono difesi trincerandosi dietro il rispetto incondizionato di un fantomatico accordo verbale fatto in seno al consiglio di amministrazione al momento del suo insediamento.

Accordo che, nella migliore tradizione “spagnolesca”, sembra prevedere la sola pubblicazione delle conclusioni operative del CdA e non le posizioni dei convenuti sui vari punti in esame.

Nel corso della discussione è stato ribadito con forza che, con la presenza nel Cda di due eletti dal personale, erano in tanti ad essere convinti che finalmente ci sarebbe stata  più trasparenza e maggiore coinvolgimento dei lavoratori su programmi e proposte. Ma così non è stato, con la conseguenza che l’atteso cambiamento radicale è rimasto lettera morta, mentre gli eletti dal personale nel Cda sono diventati consiglieri del Principe.

E’ stato fatto notare, inoltre, a Pino e Meloni, che con il loro avallo il Cda sta esercitando il potere legiferando nell’interesse di pochi, agendo in un mare di conflitti d’interesse delle parti rappresentate, in dispregio delle richieste avanzate in tema di trasparenza, e che loro, come se non bastasse, appalesandosi perfetti “signor no”, preferiscono negare piuttosto che discutere su ciò che a loro viene richiesto e/o contestato.

Forse quanto accade è anche conseguenza della mancanza di una classe dirigente critica e propositiva.

Adesso che tutti gli incarichi di vertice sono stati distribuiti, ci si aspetta che i tanti soloni, dopo tanto pontificare, non avendo più nulla da perdere o da guadagnare, vengano allo scoperto e trovino il coraggio di commentare l’operato dell’attuale cda e, in particolar modo, quello dei due membri eletti dal personale che, in questi ultimi giorni, sono stati forse protagonisti di una inattesa iniziativa.

Meloni e Pino, infatti, hanno indirizzato, purtroppo solo ai “Cari colleghi Direttori” delle varie Sezioni, il primo tentativo di informazione di quanto accade dietro le quinte del CdA.

Sì, proprio dietro le quinte, perché di interpretazioni personali si tratta e non di stralcio di un verbale.

Non si capisce perché i membri eletti in CdA abbiano delegato i Direttori delle sezioni ad inoltrare il testo a quanti “ritenessero necessario”. Forse per non disonorare lo scellerato patto “verbalmente” preso in CdA di non diffondere informazioni al personale.

Comunque, tranne che per un singolo caso, i Direttori a maggioranza "hanno ritenuto non necessario" diffondere le informazioni.

Il potere, purtroppo, è una malattia molto contagiosa.

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