Giornale on-line fondato nel 2004

Sabato, 06 Lug 2024

di Redazione

Nella seduta, di venerdì 17 gennaio 2014, il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, ha ‘confermato l’avvio della procedura per la nomina del prof. Pietro Carlo Padoan a Presidente dell’ISTAT, al fine di acquisire un nuovo parere della Commissione affari costituzionali del Senato della Repubblica’.

Si tratta di una decisione che mortifica profondamente il Senato, dove, non più di due giorni prima, la Commissione affari costituzionali, regolarmente costituita con 23 componenti presenti su 27 (ben l’85%) aveva già espresso parere negativo alla nomina di Pier Carlo Padoan alla presidenza dell’Istat, non avendo raggiunto il quorum di almeno 18 voti favorevoli richiesto dall’art. 5 della 196/2009.

Nonostante l’inequivocabile risultato della votazione, nel relativo verbale della commissione, il parere era considerato favorevole alla nomina di Padoan.

Tale convincimento durava per diverse ore, fino a quando, nella mattinata del 16 gennaio, Rocco Tritto, direttore del Foglietto, segnalava dapprima telefonicamente alla medesima commissione e, poi, ai media, con un comunicato-stampa, la clamorosa inesattezza contenuta nel verbale della riunione.

Dell'intervento determinante del nostro direttore, veniva dato atto negli articoli scritti sulla vicenda sia dal Corriere della Sera  che da Panorama.

Dopo febbrili verifiche, il verbale veniva inopinatamente modificato, con la precisazione, a dir poco sibillina, che la proposta del governo aveva ottenuto il voto favorevole di meno dei due terzi che, tradotto in un linguaggio comprensibile, significa bocciatura.

Di fronte a tale risultato, la presidenza della commissione invocava un non meglio precisato errore tecnico, che ci sarebbe stato alla base del voto negativo, mentre i ministri D’Alìa e Franceschini si affrettavano a comunicare alla stampa che il governo avrebbe riproposto, a stretto giro, la candidatura di Padoan, cosa che puntualmente è avvenuta.

In pratica, l’errore – stando alle dichiarazioni rese alla stampa dalla senatrice Anna Finocchiaro, presidente della Commissione - sarebbe consistito nella mancata conoscenza della citata legge 196, in vigore dal 1° gennaio 2010, che richiede che il parere per la nomina del presidente dell’Istat venga considerato positivo con il voto favorevole di almeno i due terzi dei componenti della commissione medesima.

Ma, ammesso e non concesso che di errore tecnico si sarebbe trattato, perché la presidenza della commissione non ha annullato la votazione, calendarizzandone una nuova?

Se è vero che la legge non ammette ignoranza, ciò dovrebbe valere maggiormente per i parlamentari, tanto più se tra essi c’è anche chi ha partecipato nel 2009 alla votazione della legge 196.

Ma la realtà è che nessun errore è stato commesso, come puntualmente sottolineato dal Movimento 5 Stelle, visto che alla votazione erano presenti più dei due terzi dei componenti della commissione, così come richiesto dalla legge e che tutte le operazioni si sono svolte regolarmente.

Il governo, dunque, dopo il parere negativo espresso sul nome di Padoan, anziché individuare un’altra personalità in possesso dei requisiti richiesti dal d.lgs. n. 322/89 e successive modificazioni e integrazioni, in dispregio dei più elementari principi giuridici e del buon senso, ignorando perfino l’antico principio del ne bis in idem, nel senso che non è possibile esprimere per due volte un parere sulla medesima persona, ha riproposto Padoan per la guida dell’Istat.

Che dire? Che si è in presenza di un atto di forza da parte di un esecutivo che, non motivando in alcun modo la decisione assunta, con la quale chiede alla commissione un nuovo voto, soltanto perché quello espresso due giorni fa non è stato gradito, dimostra di voler a tutti i costi alla guida dello strategico ente statistico, che è peraltro organismo di garanzia, solo una determinata persona, altrimenti non avrebbe avuto alcuna difficoltà a indicare un altro nome, autorevole quanto quello di Padoan.

Se i destinatari della odierna decisione del governo dovessero sottostare alla irrituale richiesta di ripetere la votazione, sempre sul nome di Padoan, questo darebbe nuova linfa a quanti sostengono l’abolizione del Senato.

Se dovesse passare questo sconcertante principio, non solo il governo, ma anche singoli parlamentari, sarebbero titolati a pretendere la ripetizione delle votazioni, per ogni provvedimento che non ottenga l’esito desiderato.

Staremo ora a vedere chi parteciperà alla nuova votazione e, soprattutto, quale forza di opposizione correrà in soccorso di una maggioranza raffazzonata e pasticciona, per assicurare all’Istat non un presidente, che tutti attendono, ma il presidente Padoan, la cui candidatura, come detto, la settimana scorsa non ha avuto – a seguito di una regolare votazione – quel parere favorevole che la legge richiede.

 

empty alt

Il mare ci avverte, anzi ci chiama, ascoltiamolo

Il mare ci avverte, anzi ci chiama. Lo fa da almeno mezzo secolo: saremo capaci di ascoltare i...
empty alt

All’ombra del Re dollaro crescono piccole valute

La notizia dell’ultimo aggiornamento che il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha dedicato...
empty alt

Tolve, bellezza lucana che affonda le sue radici nel terzo millennio a.C.

San Rocco è il Santo più venerato nel mondo cattolico. Nei miei viaggi per i borghi lucani la sua...
empty alt

In Adriatico sono tornate le mucillagini

In Adriatico sono tornate le mucillagini la cui composizione potei analizzare, tra primi, nel...
empty alt

Illegittimo affidare il controllo della prestazione lavorativa a un investigatore

Con ordinanza n. 17004/24, pubblicata il 20 giugno 2024, la Corte di cassazione - sezione Lavoro – ha...
empty alt

Dall’Antitrust cartellino rosso alla Figc

Dopo l'inattesa eliminazione della nazionale italiana di calcio dagli Europei, una nuova tegola si è...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
Back To Top