di Ivan Duca
All’indomani della nuova prevedibile, prevista, e puntualmente verificatasi, sconfitta del Cnr dinanzi al Tar - che, ancora una volta, ha sospeso l’efficacia dei bandi di concorso ex articolo 15, per primi ricercatori e primi ricercatori - è rimasto deluso chi si aspettava una pronta reazione da parte del corposo apparato legale e del direttore generale dell’ente.
A piazzale Aldo Moro, la decisione dei giudici amministrativi sembra aver gettato nello sconforto gli organi di vertice che, con l’annullamento dei bandi già censurati dal Tar e l’emanazione di nuovi, che in realtà nulla aggiungevano o toglievano ai precedenti, pensavano così di rimediare a una situazione ormai fuori controllo.
La toppa, però, apposta in fretta e furia sotto la spinta delle sigle sindacali ormai etichettate (dal dg Annunziato) come “principali”, si è dimostrata peggiore del buco.
Cosa farà ora l’amministrazione? Procederà allo scorrimento delle graduatorie tuttora valide, sicut erat in votis dei ricorrenti, e non solo, oppure si produrrà, come avviene nelle gare di salto con l’asta, in un terzo tentativo, con il rischio però di riprecipitare rovinosamente al suolo, visto che in questo caso non c’è il materasso per attutire la caduta?
Difficile dirlo perché, stando ai boatos, l’amministrazione sarebbe tuttora sotto shock, per l’ennesima sberla ricevuta.
Sia come sia, ripresosi dal trauma, il Cnr, prima o poi dovrà battere un colpo. Speriamo che, infine e finalmente, sia quello giusto.