di Flavia Scotti
Non sappiamo quando il neo presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn ultimerà la sua doverosa ricognizione dell’ente che dalla fine di dicembre scorso lo vede al vertice.
L’operazione, che non è certamente delle più facili, richiede tempo e, soprattutto, collaborazione da parte della dirigenza.
Ma, tra le aspettative più urgenti di quanti hanno accolto con entusiasmo la nomina di Roberto Danovaro non vi è solo quella di vedere risolta l’annosa piaga del precariato, attraverso un consistente ampliamento della dotazione organica, ma anche quella di avere al più presto un direttore generale pleno jure e di vedere riordinata la procedura dei conferimenti di incarichi retribuiti, per consulenze e/o collaborazioni, tutte problematiche già sollevate dal Foglietto.
Si tratta di questioni che Danovaro ha ben presenti e per la soluzione delle quali, sono in tanti a esserne certi, non lesinerà l’impegno che sino ad oggi ha profuso durante la sua attività di scienziato e accademico.
Se per la prima delle due questioni occorre il placet degli organi di vigilanza, per le altre due i tempi potrebbero essere molto più rapidi in quanto si tratta di emanare un bando pubblico (per il direttore generale) e di approvare un regolamento che vieti la stipula di contratti di consulenza e/o collaborazione con ex dipendenti ma che, al contempo, preveda la possibilità per i medesimi di continuare a far parte, a titolo completamente gratuito, della Stazione Zoologica, attraverso lo strumento della associatura, da anni in vigore presso il Consiglio nazionale delle ricerche.
C’è chi ipotizza che sul punto potrebbero esserci resistenze ma difficilmente il cda dell’ente farebbe mancare il suo appoggio a una proposta di regolamento, volta a far risparmiare risorse alla Stazione e che salvaguardi, al contempo, anche le legittime aspirazioni di ex dipendenti, che vorrebbero mettere a disposizione delle nuove generazioni di ricercatori dell’ente tutta la loro esperienza.