di Biancamaria Gentili
A distanza di una settimana, l'Istat ha riconvocato ieri le organizzazioni sindacali per discutere del piano triennale di fabbisogno.
Nella prima bozza, presentata lunedì 24 marzo, le scarse risorse del turn over erano destinate all'assunzione degli ultimi 25 vincitori del concorso a Cter di VI livello del 2011 e dei vincitori dei concorsi di secondo e terzo livello professionale, banditi nel 2011 e non ancora espletati.
Una cifra decisamente residuale era, invece, destinata al concorso "riservato" al personale a tempo determinato (attualmente 378 lavoratori), così come previsto dall'articolo 4 del decreto legislativo 101/2013, meglio noto come decreto D'Alìa sulla pubblica amministrazione.
Dopo le vibrate proteste del Coordinamento dei Precari Istat, culminate nella giornata di giovedì della scorsa settimana con l'occupazione della presidenza e della direzione generale, l'Amministrazione ha deciso di tornare sui suoi passi.
Alla delegazione di Usi-Ricerca, che ha incontrato ieri il presidente f.f. dell'Istat e il direttore generale reggente (anch'essi entrambi precari), nonostante le generiche aperture, non sono stati però forniti chiarimenti sulle modifiche che l'amministrazione intende apportare al piano triennale di fabbisogno.
A non essere convinti sono anche i diretti interessati, i lavoratori a tempo determinato che, riunitisi in assemblea in Aula Magna, hanno deciso di mantenere lo stato di agitazione, in attesa di proposte concrete da parte degli organi di vertice dell’ente, sia per quanto riguarda le procedure concorsuali per l'immissione in ruolo, sia per le proroghe pluriennali dei contratti in scadenza a fine anno.