L’avevamo dimenticato persino noi, figuriamoci i lettori. Ma l’ordine del giorno del cda dell’Ingv, che si riunirà domani, ci ha fatto tornare alla mente un problema, che con un nostro articolo avevamo solitariamente sollevato proprio un anno fa.
La vicenda vede protagonista Antonio Navarra, nominato l’anno scorso proprio dal cda dell’ente di via di Vigna Murata direttore della Struttura Ambiente e che nei giorni scorsi ha rassegnato le proprie dimissioni.
Il Foglietto del 21 maggio 2013, nel dare notizia delle nomine varate dal cda dell’Ingv, segnalava, tra l’altro, l’anomalia della nomina del Navarra.
Facevamo, in particolare, rilevare un problema di eventuale incompatibilità, in quanto il medesimo tra i suoi numerosi incarichi ricopriva anche quello di presidente del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), un consorzio di ricerca costituito da diversi istituti italiani, pubblici e privati, tra i quali proprio l’Ingv, che detiene una quota pari al 37%.
Il Cmcc risultava (e risulta) essere un ente di ricerca no-profit, fondato nel 2005, con la seguente mission: “Realizzare studi e modelli del nostro sistema climatico e delle sue interazioni con la società per garantire risultati affidabili, tempestivi e rigorosi al fine di stimolare una crescita sostenibile, proteggere l’ambiente e sviluppare, nel contesto dei cambiamenti climatici, politiche di adattamento e mitigazione fondate su conoscenze scientifiche”.
Ci si chiedeva quanto la nomina di Navarra a direttore della struttura Ambiente fosse compatibile o, quantomeno, opportuna, anche alla luce del decreto legislativo 8 aprile 2013, n.39, attuativo dell'art. 1, commi 49 e 50, della legge n. 190/2012.
L'articolo 9 del predetto decreto, infatti, così recita: “Gli incarichi amministrativi di vertice e gli incarichi dirigenziali, comunque denominati, nelle pubbliche amministrazioni, che comportano poteri di vigilanza o controllo sulle attività svolte dagli enti di diritto privato regolati o finanziati dall'amministrazione che conferisce l'incarico, sono incompatibili con l'assunzione e il mantenimento, nel corso dell'incarico, di incarichi e cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dall'amministrazione o ente pubblico che conferisce l'incarico”.
Ma, oltre al citato decreto, richiamavamo l'attenzione sul "Procedimento di autorizzazione all'esercizio di attività concomitanti". L'art. 53 del decreto legislativo n. 165 del 2001, infatti, prevede che occorre "valutare che non si verifichino situazioni di conflitto di interessi con le attività svolte nell'ambito del rapporto di impiego con l'amministrazione, che non si vengano a determinare vantaggi per sé o altri nell'esercitare le attività ulteriori sfruttando la qualità di dipendente della pubblica amministrazione, che vengano salvaguardate le energie lavorative del dipendente a favore dell'ente di appartenenza" e aggiunge, inoltre, che “non possono essere autorizzati incarichi che rivestano i caratteri della continuità e della professionalità, intendendo, per tali, le attività che siano prevalenti rispetto a quelle svolte presso l'ente...”.
Il nostro articolo - che un anno fa poté essere letto all’Ingv da chi lo voleva, in quanto il sommario del Foglietto non era oggetto di censura da parte dell’ente come invece lo è scandalosamente adesso - non ha avuto, come qualche volta purtroppo ci accade, il seguito che meritava, lasciando apparentemente indifferente il board dell’ente presieduto da Stefano Gresta.
Non sappiamo cosa ci sia veramente all'origine delle dimissioni rassegnate da Navarra. Alla luce di quanto indicato al punto 18 dell’ordine del giorno del cda (appunto dimissioni Direttore Struttura Ambiente), che si terrà fra 24 ore in via di Vigna Murata, ci illudiamo che i nostri rilievi, infine e finalmente, possano aver provocato un qualche effetto, anche se a scoppio ritardato.
Meglio tardi che mai.