Mentre il cda del Cra oggi si appresta a varare, nel corso di una riunione fiume, che potrebbe durare addirittura due giorni, quello che ormai in tanti definiscono il piano di smantellamento dell’ente, fortemente voluto dal ministero vigilante (il Mipaaf), il cui contenuto è stato diffuso dal Foglietto della scorsa settimana, cresce la protesta tra il personale e all’interno delle strutture dello stesso ente.
I primi a far sentire la loro voce di dissenso sono stati i ricercatori della Sezione distaccata di Roma dell’Unità di ricerca per le produzioni legnose fuori foresta (Cra-Plf), che – come leggesi sul sito dell’ente - da tempo ha indirizzato la propria attività di ricerca e sperimentazione nel campo delle latifoglie da legno pregiato e da biomassa e delle conifere mediterranee, sviluppando le ricerche su aspetti genetici, colturali ed economici.
Il personale dell’Unità di ricerca, con una lettera del 5 giugno scorso, indirizzata ai vertici dell’ente, ha espresso totale dissenso rispetto alla ipotesi di chiusura della sede che – sottolinea – comporterebbe la perdita di competenze, strutture e materiali sperimentali sulle specie forestali mediterranee costituite in oltre 50 anni di attività.
I ricercatori chiedono all’ente che le attività finora svolte trovino collocazione idonea all’interno del costituendo “Centro di ricerca sui sistemi agroalimentari”.
Staremo a vedere se l’appello verrà preso nella giusta considerazione dal cda del Cra oppure se resterà un mero flatus vocis.