La situazione dell’Istituto di scienze neurologiche del Cnr di Mangone è tutt’altro che florida. E’ quanto emerge dalla dettagliata relazione presentata dal direttore f.f. Sebastiano Cavallaro ai componenti del Consiglio di Istituto (CdI) durante l’ultima riunione del 16 giugno scorso.
Il direttore f.f. ha comunicato al CdI che dal bilancio consegnatogli dal precedente direttore Antonio Gambardella, in occasione del passaggio delle consegne avvenuto il 4 marzo 2014, emergono complessivamente (per la sede principale di Mangone, per l’Unità di ricerca presso terzi di Catanzaro e per la Uos di Catania) € 5.004.351,21 di residui attivi, vale a dire di entrate accertate ma non riscosse, di cui solo € 194.256,47 sono stati effettivamente incassati, mentre gli impegni di spesa comunque già assunti ammontano ad € 3.967.814,59.
Cavallaro ha, altresì, fatto presente “che dalla disamina della situazione contabile e del bilancio attuale dell’Isn rispetto al passaggio di consegne avvenuto il 4 marzo 2014, emerge la presenza nella sede principale dell’Isn (Mangone, CS) di entrate accertate, liquidate, ma a tutt’oggi non incassate. In particolare, sono state evidenziate le seguenti entrate in c/residui (esercizi 2005/2013): accertate: € 4.345.717,65; liquidate: € 4.345.303,67; incassate: € 107.076,11; da incassare: € 4.238.641,54”.
Lo stesso Cavallaro ha sottolineato, poi, che “i fondi attualmente disponibili non consentono di far fronte alle spese cogenti”, ed ancora, che, addirittura, “la carenza di fondi ha reso necessaria la rateizzazione delle utenze idriche”.
Gli ingenti impegni di spesa assunti dalla gestione Gambardella, tuttavia, non troverebbero riscontro in corrispondenti investimenti presso la sede principale di Mangone (CS), la quale verserebbe in una situazione di obsolescenza della strumentazione e dei macchinari in uso.
Insomma, stando alle comunicazione del direttore f.f., la precedente direzione avrebbe consegnato un Istituto privo di liquidità e con anticipazioni di cassa del Cnr per circa 4 milioni di euro, concesse, presumibilmente, per permettere l’assunzione dei corrispondenti impegni in conto uscite.
L’onere di riscuotere gli oltre 4 milioni di euro di “crediti” resterebbe in carico alle future direzioni dell’Isn, nonché all’ufficio legale del Cnr, così come si evince dal verbale della riunione.
In proposito, non si può non rammentare che alcuni componenti del Consiglio di Istituto dell’Isn in passato evidenziarono perplessità sulla trasparenza amministrativa della gestione Gambardella, segnalando al direttore generale la mancata approvazione dei bilanci per alcune annualità, nonché la mancata convocazione dello stesso Consiglio di Istituto per circa tre anni, in palese violazione del Regolamento di Organizzazione e Funzionamento.
A seguito di tale segnalazione, l’allora direttore generale Fabrizio Tuzi avviò un’ispezione contabile interna della quale, trascorsi oltre due anni, non risultano ancora note le conclusioni.
Ed ancora, un campanello d’allarme lo aveva suonato anche il personale dell’Isn nel 2011, trascorsi i primi due anni di mandato della precedente direzione, quando ebbe a segnalare più volte ai vertici dell’Ente, inclusi Luigi Nicolais, Paolo Annunziato, Maria Cristina Messa, Consiglio di Amministrazione e Collegio dei revisori dei conti, l’opportunità di una verifica in ordine a spese, obiettivi ed investimenti dell’istituto.
Il Foglietto ha puntualmente documentato l’evolversi dei fatti, inclusi gli interventi delle forze politiche locali e una interrogazione parlamentare, presentata dal senatore Elio Lannutti, perché si facesse chiarezza sulla gestione dell’Isn.
Ma da piazzale Aldo Moro non sembra essere scaturita alcuna azione concreta.
Sono in tanti ora a essere convinti che il futuro dell’Isn di Mangone (CS), a secco di risorse per far fronte a un necessario rinnovo di strumentazioni e tecnologie e con un organico ridotto, è davvero problematico, se non a rischio bancarotta.
Chissà se il f.f., Sebastiano Cavallaro, nelle more dell’espletamento delle procedure concorsuali per la selezione del nuovo direttore dell’Isn, riuscirà, da un lato, a sollevare le sorti di un Istituto che solo fino a pochi anni fa era considerato un’eccellenza del Cnr e, dall’altro, a contrastare le mire espansionistiche delle università calabresi.
Il primo banco di prova è per il 6 novembre, quando ci sarà la chiusura dell’Unità di Ricerca presso Terzi dell’Isn ubicata nel polo universitario di Catanzaro, dove l’Isn di Gambardella ha investito alcuni milioni di euro in tecnologie.
A rigor di logica, l’Isn-Cnr dovrebbe recuperare tali tecnologie, l’ingente strumentazione ed altre utilità dall’attuale ubicazione nell’università Magna Graecia di Catanzaro, dove, solo per inciso, Antonio Gambardella (ultimo direttore dell’Isn) è professore e Aldo Quattrone (penultimo direttore dell’Isn, attuale responsabile dell’URT Isn e responsabile della Uos Ibfm), Rettore.
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