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Sabato, 06 Lug 2024

Dopo l’estemporanea uscita del CdA che, in occasione della seduta del consiglio di amministrazione del 5 agosto 2014, faceva rimarcare al Direttore Generale che la sua mancata convocazione non costituiva alcuna anomalia, in quanto l’art.6 dello Statuto dell’Ente recita “ alle riunioni può partecipare, senza diritto di voto, ma con facoltà di proposta, il direttore generale”.

Anche se non dichiarata ufficialmente, nell’Ingv ormai sembra essere guerra aperta: Presidente e maggioranza del CdA da una parte, Direttore Generale e Collegio dei revisori dei conti dall’altra.

Nello stesso giorno, a margine della sua approvazione, con protocollo n. 15303 del 9 settembre 2014, il direttore generale Massimo Ghilardi ha trasmesso al Miur, al Mef e alla Corte dei Conti, copia del verbale n. 20 del 9 settembre 2014 e relativi allegati del Collegio dei revisori dei conti, nel quale verbale il Collegio ritiene “che la quasi totalità dei membri del CdA sia incompatibile e richiede all’Ente di assumere le opportune iniziative volte a rimuovere tutte le cause di incompatibilità” e invita “il MIUR a procedere alle opportune valutazioni”.,

Il Presidente, nell’attesa della risposta del Miur convoca per il 1° ottobre un CdA con all’ordine del giorno 22 punti, con possibilità di prosieguo il giorno successivo a causa della copiosità degli argomenti da trattare.

A quanto ci risulta, la risposta del Miur però non si è fatta attendere.

Venerdì scorso, 26 settembre, il dicastero di Piazzale Kennedy, vista la rilevanza della questione e delle conseguenze che ne potrebbero derivare, fintanto che non verranno rimosse le rilevate cause di incompatibilità, con una nota indirizzata al Presidente dell’Ingv, e per conoscenza agli stessi destinatari del verbale del Collegio dei revisori dei conti, ha invitato il Consiglio a limitare l’esercizio delle proprie funzioni e, in particolare, ad astenersi dal deliberare “su tematiche delicate”“in conflitto di interesse rispetto al ruolo istituzionale” rivestito dai singoli membri del medesimo CdA,

Ma che cosa sarà mai successo tra Direttore Generale dell’Ingv, già talentuoso Promotore Finanziario ed ex consigliere comunale clarense del Pdl, e il Presidente dell’Ingv, Stefano Gresta?

Che cosa ha fatto incrinare un rapporto che sembrava idilliaco, al punto da farli apparire l’uno contro l’altro “armati”?

E dire che Gresta, entrando nel merito della polemica e dei commenti ironici sollevati a suo tempo dalla stampa nazionale, era sceso in campo in difesa della nomina di Ghilardi a direttore generale dell’ente, dichiarando che: “Il Dr. Ghilardi, laureato in Sociologia Politica e delle Istituzioni, attualmente è dirigente degli Uffici II e III presso la Direzione Generale del MIUR dove si contraddistingue per l’efficacia e l’incisività del suo lavoro. Nelle sue funzioni, il Dr. Ghilardi, ha avuto modo di proficuamente interagire con continuità, in questi mesi, col Presidente e con altri componenti del CdA dell’INGV. La proposta del Presidente si è pertanto basata, oltre che sul curriculum, anche sulle più che positive valutazioni espresse da funzionari MIUR e Presidenti di altri enti di ricerca. L’esito del colloquio sostenuto dal Dr. Ghilardi di fronte ai componenti del CdA è stato altresì molto positivo. Sono unicamente questi gli elementi che hanno portato il CdA alla sua determinazione

Tra coloro che prestano attenzione alle vicende dell’Ingv, è sorto il consistente dubbio che motivo del contrasto, che allo stato appare insanabile, possa essere una diversità di interpretazione nella importante partita dell’ampliamento della pianta organica e delle consequenziali operazioni di riparto delle 200 assunzioni previste ex lege.

E di riparto di posti sembra proprio trattarsi perché, come più volte ripetuto da Usi-Ricerca, tutto ci saremmo aspettato tranne che la delibera, per uno scorrimento parziale delle graduatorie dei precedenti concorsi ancora in corso di validità, risultasse priva della necessaria ed indispensabile motivazione.

E come se non bastasse, a completare  il quadro, venerdì scorso, ci si sono messi i membri del CdA eletti dal personale, Antonio Meloni e Nicola Alessandro Pino, con una mail indirizzata a tutto il personale, con la quale hanno infranto uno sconcertante silenzio lungo quasi un anno, per cercare di spiegare maldestramente l’imbarazzante vicenda venutasi a creare all’Ingv.

I due consiglieri hanno fatto riferimento ad una nota del Collegio dei revisori dei conti (peraltro nota a tutti da qualche settimana), che aveva sollevato problemi di incompatibilità per la quasi totalità dei consiglieri di amministrazione dell'Ente, senza risparmiare neppure la loro figura.

Inoltre, i due consiglieri dicono “Non possiamo dire quanto sia casuale la scelta dei tempi e dei modi di questa analisi” dei revisori dei Conti, ed il tempestivo invio del verbale da parte del Direttore Generale al Miur, al Mef ed alla Corte dei Conti.

Tale affermazione sembra ipotizzare che da parte dei Revisori dei Conti e del Direttore Generale ci sia stato un comportamento strumentale, sollevando questioni di incompatibilità quasi “ad orologeria”.

Inevitabilmente è tornato in mente a tutto il personale che il decreto di nomina degli attuali Revisori dei Conti, datato 24 aprile 2012, porta in calce la firma di Massimo Ghilardi, all’epoca Dirigente dell’Ufficio II e III presso la Direzione Generale del Ministero dell’Istruzione, che dopo meno di quattro mesi, il 12 giugno 2012, sarebbe stato nominato Direttore Generale dell’Ingv.

E’ opportuno qui ricordare che Ghilardi è originario del Comune di Chiari, in provincia di Brescia, dove è stato consigliere comunale con il PDL dal 2009,  e solo per straordinaria coincidenza un componente del collegio dei revisori dei Conti è Cristina Almici, commercialista e sindaco PDL di Bagnolo Mella, che dista 30 chilometri dal comune di Chiari, e solo per fortunata coincidenza un altro componente del collegio dei revisori dei conti è Italo Formentini, candidato al Senato per il Polo nel collegio Garda Bassa nel 1996, commercialista in Calvisano, sempre in provincia di Brescia.

Il Miur ha, quindi, scelto con opportuna perizia il collegio dei Revisori dei Conti, ed il CdA dell’Ingv ha scelto con altrettanta perizia il Direttore Generale dell’o stesso Ingv, che in questi anni si è distinto per una serie di provvedimenti, oggetto addirittura di interrogazioni parlamentari, e solo oggi, a due anni di distanza, i due consiglieri Pino e Meloni si stupiscono della casualità degli eventi.

I due consiglieri non si sono mai stupiti di alcuni provvedimenti presi in passato dal Direttore Generale, in “palese violazione di norme e regolamenti”, come sostenuto da un gruppo di deputati del Movimento 5 Stelle, ma quando viene messa in discussione la loro legittimità all’interno del CdA e la loro poltrona sembra essere in pericolo, si “stupiscono”, arrivando incredibile dictu et auditu a rompere l'imbarazzante silenzio che durava ormai da anni.

Non solo rompono il silenzio, ma si impegnano a portare a termine “il processo di assunzione delle 200 unità di personale ed a garantire la presenza dei due rappresentanti eletti dalla comunità scientifica di riferimento nella composizione del Consiglio di Amministrazione dell’INGV.”

E’ opportuno ricordare ai due membri, purtroppo eletti dal personale, che il processo di assunzione è stato previsto dalla legge 128/2013 e, anche grazie al loro (non)operato, dopo un anno non ha ancora portato nessun risultato.

E’ opportuno anche ricordare a loro che la presenza dei membri eletti è prevista dallo statuto dell’Ingv, ed è pertanto garantita per i prossimi anni,  a meno di improbabili modifiche dello statuto.

Ringraziamo, dunque, i due membri eletti per il loro (non)impegno, e ribadiamo l’invito che Usi-Ricerca aveva fatto già nel 2013: “Per non ipotecare irrimediabilmente il futuro dell’Ingv, di fronte al perpetuarsi di un comportamento assai deludente da parte dei membri eletti, non resta che auspicare che i medesimi, senza ulteriori indugi, rassegnino le dimissioni, lasciando esclusivamente sulle spalle dei restanti tre componenti del cda di nomina ministeriale ogni responsabilità per la gestione dell’ente. Cadrebbe così quella che finora si è rivelata nient’altro che una misera foglia di fico, utile solo a giustificare decisioni che, in tal modo, sono state attribuite all’intero cda e, quindi, anche agli eletti dal personale”.

Unicuique suum!

 

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