Oramai sembrano bollettini di guerra quelli che vengono diffusi all’interno dell’Istituto nazionale di vulcanologia e geofisica.
La crisi che dal 5 agosto scorso sta investendo l’ente di ricerca di via di Vigna Murata sta raggiungendo livelli parossistici e per rendersene conto è sufficiente soffermarsi su quanto è accaduto nei giorni scorsi, dopo l’ultimo articolo del Foglietto, a firma di Giuseppe Falzone.
Il 1° ottobre, infatti, come preannunciato dal nostro settimanale, si è svolto l’atteso cda, con all’ordine del giorno ben 22 argomenti.
Assenti i Revisori dei conti, che dopo aver sollevato il 9 settembre problemi di incompatibilità in capo a quasi tutti i componenti del cda, prontamente segnalati al Miur dal direttore generale dell’ente, avevano comunicato con una nota del 26 successivo la loro decisione di non partecipare alle riunioni del cda “fino a quando il Miur non chiarisca o determini le condizioni necessarie affinché il medesimo CDA sia legittimato a deliberare”.
Per la prima volta, al personale dell’Ingv è stata tempestivamente inviata copia integrale del verbale approvato dal cda, con la conseguenza che tutti sono stati messi in condizione di essere informati di ciò che sta accadendo all’interno dell’ente dove prestano la propria attività lavorativa.
A distanza di 48 ore, il personale – che per anni si è dovuto accontentare al più di ricevere una sorta di comunicazione liofilizzata delle decisioni assunte dal cda – è stato invitato dalla segreteria del dg a prendere visione di un documento (62 pagine, in tutto) “relativo al piano di assunzioni”.
In realtà, con il corposo dossier, una lettera di 5 pagine e 57 di allegati, il direttore generale fornisce la sua ricostruzione dei fatti.
Preliminarmente, precisa che egli scrive “per mettere due punti fermi in merito a una situazione che ha portato l’ente in uno stato confusionale” (sic!).
Dopo di che, contesta l’iniziativa del presidente di aver trasmesso al personale il verbale adottato dal cda il 1° ottobre, con tutti gli allegati, compreso il testo di un documento non sottoscritto ma “a nome del personale riunito in assemblea”.
Tale documento viene giudicato dal dg “oltraggioso e diffamatorio” sia per il Collegio dei revisori dei conti che per lo stesso dg, “al quale viene di fatto addebitata la situazione di stallo in cui versa l’ente in merito alla problematica assunzioni”.
Ma il direttore generale non si ferma qui e si lascia andare ad una reprimenda nei confronti del cda perché, a suo avviso, “il documento non avrebbe dovuto essere preso in considerazione da parte del Consiglio di Amministrazione in quanto, oltre ad essere illegittimo nella forma e nella sostanza, ha delegittimato il buon operato di organi statutari”.
Si è, dunque, di fronte a una situazione tra cda e direttore generale, che appare decisamente insanabile.
C’è chi è pronto a scommettere che, a breve, ci potremmo trovare di fronte a nuovi colpi di scena, che potrebbero avere come conseguenza l’estromissione dall’ente di uno dei due contendenti. Se non addirittura di entrambi.