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Sabato, 06 Lug 2024

Anche se l’audizione in Parlamento, innanzi alla XII Commissione Affari Sociali, era avvenuta il 29 ottobre, soltanto lo scorso venerdì è stato pubblicato sul sito della Camera il resoconto stenografico (in bozza non corretta) dell’intervento del ministro della salute, Beatrice Lorenzin.

La convocazione della Lorenzin era avvenuta nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul ruolo, l'assetto organizzativo e le prospettive di riforma dell'Istituto superiore di sanità (Iss), dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Age.NA.S.).

Ebbene, l’esponente governativa del Ncd, già Pdl, dopo aver passato in rassegna l'Agenzia italiana del farmaco e quella per i servizi sanitari regionali, si è dedicata all’Istituto superiore di sanità, ente di ricerca sul quale ha poteri di vigilanza.

L’intervento in Parlamento del ministro della salute è avvenuto proprio all’indomani dello scandalo scoppiato a seguito del servizio andato in onda il 5 ottobre scorso nella trasmissione Report di Rai Tre, condotta da Milena Gabanelli, avente ad oggetto le certificazioni sui dispositivi usati in operazioni chirurgiche, come pacemaker e defibrillatori.

Dopo avere scolasticamente declinato le finalità istituzionali dell’ente di viale Regina Elena e le motivazioni che l’hanno spinta a luglio scorso a commissariare lo stesso ente, il ministro della salute ha precisato che ”il commissariamento deve essere colto come un'occasione, non solo per riequilibrare i conti dell'ente, ma anche per avviare una più ampia opera di efficientamento, modernizzazione e sviluppo dell'Istituto superiore di sanità, secondo i più evoluti standard che connotano i principali enti di ricerca internazionali”.

Subito dopo ha aggiunto di essere “pienamente consapevole che l'istituto è dotato di un buon patrimonio di persone e competenze, ma le vicende che hanno caratterizzato gli ultimi anni della sua attività mi convincono della necessità di introdurre forti correttivi sui quali, sul piano della gestione amministrativa, sta già lavorando alacremente la gestione commissariale.  A tale proposito, posso nuovamente ricordare che, con decreto a mia firma e del Ministro Padoan, è stato recentemente approvato il nuovo statuto dell'istituto, nel testo deliberato dal commissario, il professor Gualtiero Ricciardi. È pertanto mia ferma intenzione, appena ristabilito l'equilibrio finanziario dell'istituto, procedere anche a un riassetto organizzativo interno”.

Al riguardo, la Lorenzin ha aggiunto: “Penso a iniziative che facciano riemergere i punti di forza dell'Istituto superiore di sanità: innanzitutto il prestigio di cui godeva … e di cui deve continuare a godere, che, se possibile, deve essere rafforzato; la competenza dei suoi professionisti; la rete con altri enti e istituzioni; forte senso di appartenenza dei suoi componenti.  Sotto il profilo strettamente organizzativo, il modello che abbiamo in mente prevede l'istituzione di due grandi aree operative, un'area tecnico-scientifica e un'area operativo-amministrativa, per garantire: distinzione tra programmazione, controllo e gestione tecnico-amministrativa; massima valorizzazione del capitale umano; autonomia e responsabilizzazione su uso delle risorse e risultati; essenzialità e semplicità dei percorsi tecnico-scientifici e amministrativi; promozione di qualità, flessibilità e innovazione.  Intendiamo inoltre rappresentare che, una volta superata la fase del commissariamento, potrà essere affrontato il problema del personale precario dell'Istituto superiore di sanità, che, come è noto, ha ingenerato un cospicuo contenzioso, anche a causa di scelte gestionali che non ho difficoltà a definire a dir poco opinabili”.

E proprio su quest’ultimo punto assai nevralgico, la Lorenzin si è impegnata a trovare “una soluzione che, nel rispetto della normativa vigente e degli attuali vincoli di bilancio, consenta di attivare un percorso di progressiva stabilizzazione del predetto personale, con l'esclusione della formazione di nuove sacche di precariato”.

Infine, al di fuori della relazione ufficiale, in pratica a braccio, la titolare del dicastero della salute, ha voluto dire ai membri della XII Commissione parlamentare quello che pensa dell’Iss: “L'istituto è stato il più grande ente scientifico italiano. Quando si va a visitare gli altri istituti (pensiamo al Pascal, al National Institute of Health negli Stati Uniti o all'istituto tedesco) ci si chiede perché da noi non sia più così. Noi abbiamo un istituto che cade a pezzi, in una struttura assolutamente fatiscente, che non è in linea con un grande istituto della ricerca pubblica italiana. È un istituto che ha al proprio interno delle professionalità molto qualificate.

Bisogna fare un'operazione di orgoglio nazionale, riuscendo in breve tempo a riorganizzarlo in modo moderno, anche rispetto alle funzioni che svolgono i principali istituti in Europa e negli Stati Uniti, e a indirizzarlo tutto verso il risultato, che, da una parte, è la produzione scientifica e, dall'altra, lo svolgimento di funzioni che attualmente l'istituto assicura e che non gli vengono riconosciute, neanche dal punto di vista economico. Pensiamo alle attività di vigilanza e di controllo che l'istituto svolge in modo sostitutivo in moltissime regioni italiane, se non in tutte. Quando c’è un problema di credibilità o di necessità di avere un'analisi composta in un certo modo o un esame fatto in un certo modo, viene chiamato l'Istituto superiore.

Non mi sfuggono i fatti di cronaca recenti. Noi abbiamo aperto una due diligence e un audit, il cui seguito è stato consegnato alla procura della Repubblica. Nell'istituto ci sono delle cose che non vanno e che vanno rimesse a posto. Comunque, l'istituto è stato commissariato, non da due anni, anni, ma due mesi. Pertanto, c’è una nuova stagione, dove bisogna credere fortemente in questo rilancio”.

Ipse dixit!

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