Secondo l’economista americano John Kenneth Galbraith, a partire dallo scoppio del primo conflitto mondiale il mondo è entrato nell’età dell’incertezza.
Nei cento anni che ne sono seguiti, poi, è difficile negare che di certezze ne siano andate frantumate veramente tante.
Si può capire, perciò, che, allorché una qualche certezza si profila all’orizzonte, noi siamo tra quelli che la salutano e la accolgono con vero piacere.
Se non andiamo errati, questo sembra essere ora il caso della sigaretta elettronica (anche detta e-cig), che, nel giro di qualche settimana è stata dapprima bocciata e poi riabilitata dall’Istituto superiore di sanità.
Per l’Iss si tratta quasi di una folgorazione come quella di Paolo sulla via di Damasco, sol che si pensi che, ancora alla fine di agosto scorso, il prestigioso ente sanitario nazionale tuonava contro l’oncologo Veronesi, colpevole di essersi schierato in difesa dell’aborrita sigaretta elettronica, bocciata senza appello, stante che ”le evidenze che le e-cig facciano smettere di fumare sono ancora limitatissime” (Iss dixit e non avrebbe potuto essere più chiaro).
Qualcosa è cambiato.
A quanto riportato la scorsa settimana, perciò, aggiungiamo ora per completezza che, secondo una ricerca Doxa-Iss (sì, proprio Iss), “il 45% degli intervistati nel 2013 e il 35% nel 2014 ritiene che i vaporizzatori possono essere un buon mezzo per smettere di fumare”. Dall’introduzione della sigaretta elettronica sul mercato, infatti, il 18% dei fumatori la utilizza in permanenza e il 41,8% ha diminuito il numero di sigarette fumate, mentre 1 su 4 (il 25%), coerente fino all’ultimo, sembra aver mantenuto le proprie abitudini.
Forse la nostra pervicacia è degna di miglior causa, ma ci piacerebbe saperne di più. Vorremmo, insomma, essere adeguatamente informati in base a quali “evidenze” l’Iss ha cambiato parere.
Intanto, per dovere di cronaca e senza nulla a pretendere, riferiamo che “se il 50% dei fumatori passasse a far uso di sigarette elettroniche, in Italia si potrebbero salvare 19 mila vite ogni anno e risparmiare quasi 2 miliardi di costi sanitari".
Queste stime, pubblicate dall’autorevole Sole 24 Ore, arrivano dal X Congresso della Società italiana di tabaccologia (Sitab), svoltosi a Torino il 14 e 15 novembre.