Il riso rosso fermentato, integratore utilizzato contro il colesterolo alto, ha profili di rischio simili alle statine. E' quanto emerge da uno studio, pubblicato di recente sul British Journal of Clinical Pharmacology, condotto da Gabriela Mazzanti dell’Università Sapienza di Roma, Paola Angela Moro dell’Ospedale Niguarda di Milano, Emanuel Raschi dell’Università di Bologna, Roberto Da Cas e Francesca Menniti-Ippolito dell’Istituto superiore di sanità.
Il riso rosso fermentato contiene monacolina K, una molecola con una struttura chimica identica alla lovastatina, ovvero una statina per il trattamento della ipercolesterolemia.
Nonostante siano stati pubblicati pochi studi che ne hanno valutato il profilo di sicurezza, il riso rosso viene spesso consumato da persone con colesterolo alto intolleranti alle statine.
Il nuovo studio ha approfondito il profilo di rischio del riso fermentato attraverso le segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse pervenute al sistema di fitosorveglianza, coordinato dall'Istituto superiore di sanità.
Da aprile 2002 a settembre 2015, su un totale di 1261 segnalazioni 55 hanno riguardato integratori a base di riso. Le reazioni riportate consistevano in mialgia (19), reazioni gastrointestinali (12), danni al fegato (10), reazioni cutanee (9), altri tipi di reazioni (5). L'età media era di 64 anni, il 70% erano donne; in 13 casi la reazione ha richiesto il ricovero. Ciò che emerge è dunque che il profilo di rischio del riso rosso fermentato è simile a quello delle statine.
È auspicabile, concludono i ricercatori, che si continui a monitorare la sicurezza degli integratori alimentari e, più in generale, dei prodotti definiti come "naturali", al fine di definire il loro profilo di rischio, così da aumentare le conoscenze degli operatori sanitari e dei consumatori.