Redazione
Nel contesto delle reciproche influenze, sempre più frequenti, tra i sistemi giuridici occidentali, il nostro ordinamento ha importato dagli Stati Uniti lo spoils system.
Lì chi vince nomina agli alti ranghi dell'amministrazione propri fiduciari per ricompensarli dell'appoggio ricevuto in campagna elettorale.
Da noi l'istituto è disciplinato dalla legge, ma la Corte costituzionale ne ha più volte ridisegnato i contorni. Da ultimo con la sentenza n.124 del mese scorso.
Per la Consulta, anche se tutti i dirigenti generali sono nominati dalla "politica", lo spoils system vale solo per i vertici dell'amministrazione che supportano il ministro nell'attività di indirizzo politico-amministrativo, ma non per quelli, molto più numerosi, che hanno compiti di gestione. La continuità nella gestione dell'amministrazione è certamente garantita, ma anche i politici non ne escono male.
Una volta nominati i loro uomini di fiducia, questi non li schioda più nessuno.Non devono superare concorsi e guadagnano più di tutti gli altri.
Per i precari, invece, la vita, oltre che agra, è tutta in salita. Al primo mugugno, preludio di qualche pretesa di stabilizzazione, tutti si sbracciano a ricordare a loro che per avere un posto nella pubblica amministrazione la Costituzione impone il superamento di un concorso.
Per i precari la barriera del concorso è insuperabile, per i direttori invece se ne può fare a meno.
Strano modo di applicare il principio di uguaglianza, anch'esso previsto dalla Costituzione.