Dopo l’approvazione da parte del governo del regolamento che va a sostituire quello introdotto dal Dpr n. 222/2011 (vedere altro articolo), la nuova disciplina dell’abilitazione scientifica nazionale è quasi pronta.
Se prima mancavano due decreti attuativi, ora si può dire che ne serva soltanto uno, che dovrebbe essere formalizzato a breve, dal momento che nei giorni scorsi sul testo è giunto, seppure con qualche osservazione, il parere positivo del Consiglio di Stato (Sezione consultiva per gli atti normativi) in merito ai criteri e ai parametri per la valutazione dei candidati nonché in ordine alle modalità di accertamento della qualificazione dei commissari.
Tutti all’insegna dell’opportunità di una maggiore semplificazione dell’ordito normativo, tre sono i rilievi fondamentali avanzati dai giudici di Palazzo Spada.
Innanzitutto, si osserva che se il meccanismo dei valori-soglia appare adeguatamente garantire la valutazione qualitativa dei candidati, l’oggettività, la certezza e la trasparenza, esso risulta però delineato nel decreto con una serie di rimandi da disposizione a disposizione tali da pregiudicare la chiarezza del disposto normativo, e da ingenerare difficoltà applicativa e contenzioso.
In secondo luogo, si sottolinea che, essendo l’attività di docenza, per definizione, un elemento qualificante del curriculum, essa deve essere adeguatamente valorizzata, così da evitare che il suo svilimento possa comportare, a parità di valore scientifico e di ricerca, la esclusione di un candidato che, a differenza di un altro ammesso, ha esercitata preclara attività di insegnamento.
Da ultimo, si stigmatizza la scelta, mantenuta ferma dal Miur, di demandare a un successivo decreto la fissazione dei valori-soglia, atteso che già in un precedente parere lo stesso Consiglio di Stato aveva espresso in proposito la propria contrarietà, anche nell’ottica dell’economicità e della celerità dei tempi.