In attesa dell’apertura del tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, atteso ormai da sette anni, procede tutt’altro che speditamente il lavoro del governo, volto a superare alcune problematiche che lo stesso governo ben avrebbe potuto risolvere negli anni passati, quando era in vigore il blocco della contrattazione, superata solo nel 2015, grazie a una sentenza della Corte Costituzionale, tuttora inapplicata.
Uno dei nodi da sciogliere riguardava e riguarda le modalità di erogazione del cosiddetto fondo di produttività individuale e collettiva che, allo stato, rappresenta solo una minima parte del salario accessorio ma che, d'ora in poi, potrebbe rappresentare almeno il 50% dello stesso.
Se è vero, infatti, che il recente decreto Madia (di cui al momento non si conosce il testo definitivo, che deve ancora fare la sua comparsa in Gazzetta Ufficiale) ha cancellato le fasce differenziate introdotte dal dlgs n. 150 del 2009 (c.d. decreto Brunetta), che avrebbero escluso dal compenso il 25% del personale, è altrettanto vero che è rimasto l’obbligo di destinare al medesimo fondo di produttività la «quota prevalente» dei trattamenti accessori, vale a dire almeno la metà dell'ammontare complessivo del salario accessorio.
Tale obbligo potrebbe comportare una drastica revisione delle diverse indennità oggi in vigore e dei relativi importi mensili e/o annuali.
Inoltre, al tavolo della trattativa tra Aran e sindacati si dovrà tenere conto di un altro divieto, che è quello che impedisce la erogazione a pioggia del predetto fondo.
Tale ostacolo non dovrebbe essere di difficile superamento, atteso che il decreto Madia avrebbe introdotto la valutazione della performance organizzativa dell’ufficio di appartenenza, al posto del giudizio sulla prestazione del singolo dipendente.
L’ultimo nodo da sciogliere resta, comunque, la data dell’avvio della trattativa per sbloccare una situazione che appare sempre più paradossale e che inchioda la busta paga del lavoratori al 31 dicembre 2009, data di scadenza dell’ultimo contratto del pubblico impiego.
AGGIORNAMENTO ORE 7:40 DEL 2 MARZO 2017
Questa mattina, dopo la bollinatura da parte del Mef, si è avuta conoscenza ufficiale del contenuto degli schemi dei Decreti sotto indicati. Sul prossimo numero del Foglietto, verrà dedicato un ulteriore approfondimento commento ai predetti provvedimenti, ora all'esame del Parlamento:
Schema decreto modifiche valutazione performance dipendenti pubblici
Schema decreto modifiche testo unico pubblico impiego