Redazione
Sta per nascere un nuovo ente pubblico di ricerca: l’Icranet. In un sol colpo si sfatano due inveterati luoghi comuni: l’insensibilità del legislatore verso la ricerca e la condizione quasi di "bohemien" dei ricercatori, solitamente mal pagati e a corto di risorse per le loro attività.
Per l’Icranet, invece, le cose sono state fatte in grande: fondi a "go go" e uno "status" da diplomatici per i ricercatori, garantiti da una sequela di incomprensibili privilegi, che si estendono persino ai familiari.
Storicamente solo gli imperatori romani hanno avuto di più.
Se così è stato deciso dal voto unanime del Parlamento italiano, una volta tanto concorde senza distinzione alcuna tra maggioranza e opposizione, una ragione pure ci sarà.
Siamo curiosi di conoscerla anche perché la disciplina speciale, eccezionale e derogatoria riservata all’Icranet, oltre a lasciare basiti, suscita legittime aspettative da parte del personale (e familiari) di tutti gli altri enti pubblici di ricerca che "rebus sic stantibus" risultano ingiustificatamente discriminati.