Lo sforzo titanico per la riapertura delle scuole, in presenza e in sicurezza, si è concentrato essenzialmente sulla gestione logistica dei trasporti e degli ingressi scaglionati nei vari plessi scolastici, con una sottolineatura particolare per l’utilizzo del green pass.
Sono 8,3 milioni gli studenti Italiani che occupano circa 370 mila classi , mentre sono circa 880 mila gli alunni delle scuole di infanzia e 2.384 mila quelli della primaria, potenziali fruitori della mensa scolastica.
In particolare, a questi ultimi va riservata una attenzione speciale, in quanto per la loro vulnerabilità sono soggetti a rischio, non tanto e non soltanto per la pandemia, ma per il pericolo che corrono nel non consumare quotidianamente un pasto sano ed equilibrato, oltre alla non sistematica attività motoria.
E’ superfluo sottolineare che, fin dai primi anni di vita, si possono cominciare a delineare quelle cattive abitudini alimentari (in particolare, negli alunni che frequentano le mense scolastiche) che, se persistono nel tempo, facilmente portano ad uno stato di sovrappeso e/o di obesità, specialmente quando non si pratica con regolarità attività motoria come deterrente alla sedentarietà.
Sono raccomandazioni che possono apparire ovvie, considerato il target a cui sono rivolte, ma vale la pena accendere un riflettore su di un cono d’ombra che è gigantesco e che riguarda appunto l’attività motoria.
Risale al gennaio 2015 una prima proposta di legge che prevedeva l’educazione motoria nelle scuole dell’infanzia e nella scuola primaria, proposte unificate in un DDL, di due soli articoli, approvato il 18 dicembre 2018 dalla Camera dei Deputati e trasmesso al Senato il giorno successivo, dove giace da tre anni in VII^ commissione, calendarizzato più volte, ma sempre rimandato sine die.
Ma l’aspetto più inquietante riguarda il contenuto del predetto provvedimento, perché si riduce (come previsto dall’art. 1 modificato) alla regolamentazione di un periodo sperimentale di 5 anni in alcuni Istituti (la montagna, dunque, ha partorito il topolino!) perché non vi sono risorse finanziarie sufficienti ad applicare la norma in tutti gli Istituti Italiani. Trascorso il quinquennio, sarà valutata l’opportunità di estendere la disciplina a tutti, dal primo anno scolastico utile.
Il provvedimento (art .1 …. ” Promuovere nei giovani fin dalla scuola primaria, l’assunzione di comportamenti e stili di vita funzionali alla crescita armoniosa, alla salute, al benessere psico-fisico e al pieno sviluppo della persona, riconoscendo l’educazione motoria quale espressione di un diritto personale e strumento di apprendimento…”), che assume un valore straordinario per il futuro dei nostri figli, non può e non deve negare – a nostro avviso – un diritto personale, peraltro declinato nello stesso provvedimento.
Le risorse previste nel PNRR, gli investimenti strutturali nella scuola, le assunzioni di nuovi docenti, sono tutte notizie che si scontrano con una realtà evidente: anche per l’anno in corso, i nostri bambini sono stati privati di questo essenziale strumento per una crescita sana e, se la fortuna li assiste, probabilmente l’attività motoria sarà incardinata come disciplina nel 2030!
Crediamo vada recuperato il senso di responsabilità e il dovuto rispetto nei confronti di una parte importante ma silente della Società rappresentata dai nostri bambini, dai nostri ragazzi , che sono il futuro del Paese.
Che senso ha parlare di sostenibilità quando si sta compromettendo la salute dei nostri figli, bisognosi di una attenzione particolare nel momento della loro crescita, quale valore diamo concretamente alle loro esigenze che non possono essere manifestate ma che incidono drasticamente sulla qualità della loro vita.
Nutrizione e attività motoria sono due condizioni imprescindibili nella “costruzione” della persona.
Forse avremo migliorato le condizioni del nostro Pianeta, ma rimarrà indelebile la responsabilità di non aver consentito ai nostri figli di crescere bene e vivere in salute, nonostante la consapevolezza che le scelte di oggi nei loro confronti determineranno il loro futuro.
Vito Amendolara
Presidente "Osservatorio Dieta Mediterranea"