Alla fine dell’Ottocento, in concomitanza con lo sviluppo della tecnica fotografica, fu condotta dagli Osservatori di Parigi e di Harvard l’immane impresa della mappatura del cielo, un’iniziativa realizzata da una équipe di solo donne. Tra di loro, quattro suore della Specola vaticana: Emilia Ponzoni, Regina Colombo, Concetta Finardi e Luigia Panzeri.
Nel 1887, a Parigi, culla della cultura europea, si riunirono astronomi di tutto il mondo convocati dall’ammiraglio Ernest Mouchez, direttore dell’Osservatorio parigino, con un obiettivo molto ambizioso: dare vita alla “Carte du ciel”, la più grande carta stellare mai mappata fino ad allora: un Catalogo fotografico che rappresentasse l’intera volta celeste attraverso la collaborazione di diciotto osservatori.
Agli incontri partecipò anche il Vaticano, rappresentato da padre Francesco Denza che prese accordi con il gesuita John Hagen, proveniente dagli Stati Uniti, che gli confidò la necessità di cercare del personale che sapesse “leggere” la posizione delle stelle impresse sulle lastre fotografiche e “trascrivere” le coordinate celesti, per fornire la posizione degli astri nel cielo.
Don Francesco affidò il lavoro a quattro giovani religiose dell’Istituto delle Suore di Maria Bambina, che aveva sede vicino alla Specola, ritenendo che “solo la pazienza femminile fosse adatta a un lavoro così preciso, minuzioso ed estenuante”.
La scelta di personale tutto femminile era allineata con quella indicata dagli Osservatori pilota di Parigi e di Harvard. Le giovani venivano chiamate con sufficienza: “le calcolatrici”, un epiteto che ne sminuiva le competenze.
Infatti, se all’inizio non avevano alcuna preparazione di base, impararono presto l’arte di osservare le stelle e non solo di trascrivere dalle lastre fotografiche le loro coordinate, diventando, nel giro di pochi anni, molto esperte nel manovrare il telescopio e nel districarsi con complicati calcoli matematici.
Rimaste per lungo tempo nell’anonimato, i nomi delle religiose sono stati scoperti nel 2016, per caso, da padre Sabino Maffeo dell’Osservatorio Vaticano.
La "Carte du ciel" si concluse nel 1966, con l’identificazione di cinque milioni di stelle, comprese quelle identificate dalle quattro suore che ne catalogarono da sole più di 400mila.
L'Unione Astronomica Internazionale annunciò la fine del progetto quando lo sviluppo tecnologico e le nuove prospettive dell'astronomia resero obsoleta la prosecuzione del lavoro di cartografia stellare.
Finalmente e meritevolmente uscite dall'anonimato, Emilia Ponzoni, Regina Colombo, Concetta Finardi e Luigia Panzeri hanno ricevuto il giusto riconoscimento nella storia della scienza.
È importante ricordarle anche osservando il cielo d’agosto e dire loro: grazie!
Per approfondire: “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie", Ledizioni, Milano 2023.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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