Giornale on-line fondato nel 2004

Venerdì, 02 Giu 2023

Il problema principale, al quale certo non si potrà dar soluzione prima di un certo tempo, e a patto di non sbagliarne troppe, è che la spirale dei prezzi in crescita ormai ha superato da un pezzo i beni che l’hanno originata, quindi prodotti energetici per cominciare, e sta interessando una quota crescente dei beni che compongono i panieri sulla base dei quali vengono determinati gli indici. Detta semplicemente: sta aumentando tutto.

Questo processo è già molto avanzato nel Regno Unito, alle prese con una difficile congiuntura che è insieme economica e politica. E d’altronde non potrebbe essere diversamente. Il Regno Unito è stato sempre all’avanguardia lungo la strada del progresso e lo spettacolo deprimente che sta mandando in scena la sua classe dirigente, ormai conclamato dopo la Brexit, è la dimostrazione più evidente della crisi profonda che sta attraversando questo paese. Dovremmo sorprenderci che l’inflazione laggiù sia più alta che altrove?

Forse no. Se iniziassimo a guardare al processo inflazionistico come qualcosa di più complesso che un semplice travaso di rincari da un bene all’altro, forse potremmo arrivare a comprendere che la spirale dei prezzi si avvita molto più velocemente – e quindi l’indice accelera – quando in un’economia giungono al punto di rottura situazioni di crisi concomitanti. Questo riverberarsi di uno stato di crisi si espande agli spiriti animali degli agenti economici proprio come il contagio dei prezzi energetici verso gli altri. Ormai, in Gran Bretagna l’80 per cento dei beni del basket dal quale si estrae l’indice ha un tasso di crescita dei prezzi che supera il 4 per cento. Nell’eurozona siamo arrivati a 60, mentre il solito Giappone non arriva al 30.

Adesso, confrontare lo spettacolo che sta dando la Gran Bretagna e andate a vedere quello che succede in Giappone. Osserverete che alle arlecchinate inglesi corrisponde una silenziosa – e per certi versi inquietante – compostezza asiatica. Non c’entra niente con l’inflazione, diranno gli esperti. Forse hanno ragione. Oppure non sappiamo ancora quantificare i danni che provocano alle vicende economiche i disordini politici.

Detto ciò, il problema è diffuso. Gli Usa stanno proprio in mezzo fra l’Europa e la Gran Bretagna, in questa classifica del “contagio” inflazionistico. E se guardiamo alle loro vicende politiche, notiamo che in effetti stanno a metà fra il teatrino britannico e il circo europeo. C’è una differenza però. Da inizio anno, ossia più o meno da quanto la Fed ha iniziato a fare sul serio, il contagio si è stabilizzato. L’inflazione è sensibile alla serietà, che tende a raffreddarla. Quindi è probabile aumenti ancora.

Maurizio Sgroi
giornalista socioeconomico
Twitter @maitre_a_panZer
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

empty alt

Ciao Nelide, che la terra ti sia lieve

Lunedì scorso ci ha lasciato Nelide Romeo. Ricercatrice del Consiglio nazionale delle ricerche ma,...
empty alt

“Il mare colore veleno”, indagine su uno dei più grandi disastri ambientali del paese

Il mare colore veleno, di Fabio Lo Verso - Fotografie di Alberto Campi - Prefazione di Enrico...
empty alt

Per sinistra e progressisti mala tempora currunt

La costatazione è amara ma oggettiva e riguarda non solo l'Italia ma l'Europa, visti i risultati...
empty alt

Microrganismi autoctoni benèfici per combattere senza pesticidi le erbe infestanti

La chiave per aumentare la resistenza delle piante coltivate nei confronti delle erbe infestanti...
empty alt

Gli squilibri del sistema previdenziale e assistenziale italiano

Lo squilibrio del sistema previdenziale e assistenziale ha assunto in Italia un carattere...
empty alt

Gestione Inail, tutti i numeri nella relazione della Corte dei conti al Parlamento

Con Determinazione n. 49/2023, pubblicata lo scorso 11 maggio, la Corte dei conti – Sezione del...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

Sostienici
Back To Top