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Mercoledì, 03 Lug 2024

L’ultimo rapporto dell’IEA (Interational Energy Agency) sui minerali critici, quell’ampia categoria di materie prime che sono alla base della transizione ecologica, fotografa una tendenza molto chiara: i prezzi sono crollati, con il litio spot addirittura il calo del 75% nel dicembre 2023 rispetto a dicembre 2022. Anche cobalto, nickel e grafite, tutti materiali fondamentali per la produzione di batterie elettriche, hanno visto cali compresi fra il 30 e il 45%.

Questi cali in buona parte si giustificano con il grande rialzo dei prezzi osservato nei due anni precedenti il 2023, quando l’indice elaborato da IEA per misurare questo mercato, l’IEA Energy Transition Mineral Price Index, che mette insieme rame, terre rare e minerali critici, ha triplicato il suo valore, per poi sgonfiarsi alla fine dell’anno scorso. Solo il rame ha mantenuto una certa tensione al rialzo nei prezzi.

Per gli altri minerali il crollo è seguito a un notevole aumento dell’offerta, avvenuta proprio nel tempo in cui i prezzi andavano alle stelle, nel più classico dei meccanismi di rincorsa economica nel quale si esibiscono di frequente i mercati. I prezzi salgono, si produce di più, i prezzi scendono.

Nulla di particolarmente preoccupante, quindi. Anche perché, malgrado l’altalena dei prezzi, la domanda dei beni per cui servono questi materiali, le batterie elettriche per dirne uno, continua a crescere. E questo si vede anche dalle vendite di auto elettriche che, nel 2023, ha raggiunto i 14 milioni di unità vendute, con un incremento del 35% rispetto all’anno precedente. Le previsioni sono persino più ottimiste.

Tutto ciò si riverbera anche sulla domanda di minerali critici. Al di là dei prezzi, adesso in calo per l’aumentata offerta, la domanda di queste materie prime è prevista in crescita significativa.

Il litio, secondo uno degli scenari elaborati da IEA, dovrebbe avere, entro il 2040, una domanda nove volte superiore al livello attuale, la grafita di quattro volte e il rame conoscere l’incremento più elevato. Si stima che il mercato dei minerali critici raggiungerà, sempre entro il 2040, un valore di 770 miliardi di dollari, il doppio di adesso.

I prezzi sono critici, insomma. Ma non lo saranno a lungo.

(1- continua)

Maurizio Sgroi
giornalista socioeconomico
autore del libro “La storia della ricchezza”
Twitter @maitre_a_panZer
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