Redazione
Se sulle “stronzate” la Cassazione penale ha esitato, rinviando il fascicolo alla Corte d’Appello, a distanza di pochi giorni nessun dubbio ha avuto nel confermare la condanna a 600 euro di multa, risarcimento danno e spese processuali, per una maestra elementare, accusata di ingiuria contro un suo alunno, apostrofato come “scioccarellino” durante la lezione.
Per la Suprema Corte, anche se l’epiteto appare in astratto di debole portata offensiva, nel contesto dei fatti risulta idoneo a manifestare un disprezzo lesivo del decoro della persona, tanto più in quanto diretto verso un minore di età e in presenza dei suoi coetanei.
Certo, con tutti gli insulti che si sentono in giro, per non parlare dei media, “scioccarellino” appare davvero un’espressione da educanda.
Se proprio una condanna si voleva infliggere all'educatrice, questa doveva essere per ignoranza manifesta, atteso che del termine incriminato non v’è traccia nei migliori e più affidabili vocabolari della lingua italiana.