di Rocco Tritto
Ancora una volta Il Foglietto ha fatto centro, anticipando di ben cinque giorni il nome del nuovo presidente del Cnr.
L'esordio con la stampa di Luigi Nicolais, però, non è stato dei più felici. A Repubblica, infatti ha dichiarato: "Lunedì (ieri, ndr) mi dimetterò da deputato, anche se la legge non prevede incompatibilità tra le due cariche".
Gaffe imperdonabile, perché l’articolo 1 della legge 60 del 1953 prevede esplicitamente incompatibilità tra le due cariche. Altro che.
Particolare curioso, a prendere lo scranno di Nicolais alla Camera sarà Peppino Ossorio, candidato alle politiche col Pd e poi passato, secondo Il Mattino, al Pdl.
Delusi, invece, quanti davano per scontato il ritorno a piazzale Aldo Moro di Luciano Maiani, al quale la Gelmini aveva preferito Profumo, dopo molta incertezza.
Ma allora perché la scelta di Profumo, che pure ha utilizzato la stessa cinquina della Gelmini, è caduta su Nicolais? Difficile dare una risposta, dal momento che si parla di componenti di una “rosa” (di cui facevano parte anche altri prestigiosi scienziati) ritenuti dal Comitato Salamini all’altezza di presiedere il Cnr.
Sul punto, ci limitiamo a riportare il fantasioso commento a un nostro articolo fatto da un lettore. “Nello specifico della nomina di Nicolais a presidente del Cnr - ha scritto - vorrei sottoporre alla vostra attenzione una mia lettura. Prima o poi (al massimo, a marzo 2013) si andrà a votare e il governo dei cosiddetti tecnici andrà a casa e con esso anche Profumo. Se le elezioni le vincerà il Pd, come tutti ipotizzano, Nicolais potrebbe essere richiamato alla Funzione Pubblica, lasciando libera la poltrona di presidente del Cnr, sulla quale avrebbe titolo per rimettersi Profumo, il quale uscito dalla porta - con molta resistenza - rientrerebbe dalla finestra. E' fantapolitica? Chi vivrà vedrà”.
Ecco, appunto, chi vivrà vedrà.