Redazione
Il 30 giugno scorso, Legambiente ha presentato il Rapporto Ecomafia 2012.
Dai dati contenuti nel documento, emerge che il “fatturato” dell’ecomafia nel 2011 supera il 16,5 miliardi di euro. I rifiuti gestiti illegalmente e sequestrati si sono attestati sulle 346 mila tonnellate.
Nonostante la crisi e il calo del 20% stimato dal Cresme nel mercato legale dell’edilizia, l’abusivismo ha fatto registrare 25.800 casi tra nuove costruzioni o grandi ristrutturazioni, con un fatturato che si aggira intorno gli 1,8 miliardi di euro. Aumenta anche il numero dei clan censiti: sono 296 nel 2011, sei in più rispetto all’anno precedente.
Il Rapporto contiene l’analisi dei fenomeni d’illegalità e le proposte di Legambiente per contrastare efficacemente gli affari sporchi della criminalità ambientale: dai traffici di rifiuti all’abusivismo edilizio; dalla criminalità nella filiera agroalimentare e gli incendi dolosi; dal racket degli animali al saccheggio dei beni archeologici.
Ampio risalto viene dato agli interventi di repressione delle attività mafiose da parte delle forze dell’ordine; alle storie di aggressione criminale alle risorse naturali del nostro paese, ai mercati globali dell’ecomafia, alla corruzione.