Comunicato Usi-Ricerca
Neppure la riunione di contrattazione di lunedì, 26 novembre, ha fatto registrare passi avanti da parte dell’amministrazione Istat, che da molti mesi non è in grado di assicurare al personale l’erogazione dei rimborsi per le attività assistenziali per l’anno in corso, nonché il saldo del 2° semestre 2011 e la prima tranche 2012 del fondo produttività collettiva e individuale.
Le concrete proposte, assolutamente legittime, avanzate da Usi-Ricerca, che sbloccherebbero immediatamente l’inqualificabile impasse, che danneggia enormemente i lavoratori la cui busta paga è sempre più falcidiata dalle politiche governative, ancora una volta non sono state recepite – senza uno straccio di motivazione - dalla delegazione dell’amministrazione, ostinata invece nel prospettare soluzioni prive di logica giuridica oltre che di buonsenso e, in quanto tali, destinate a naufragare.
Eppure, quando vogliono, i vertici dell’Istituto sono in grado di procedere speditamente, come nel caso della emanazione di un provvedimento che introduce gli assegni di ricerca all’Istat,
Una decisione sconcertante, che di fatto raddoppierà la piaga del precariato, che da anni caratterizza in negativo la vita dell’ente.
Gli assegnisti di ricerca, infatti, sono lavoratori precari a tutti gli effetti, pur venendo retribuiti molto miseramente.
Le ragioni di una simile scelta, quali che siano, appaiono del tutto non condivisibili e dannose per il buon andamento dell’attività di un ente di ricerca, che ha bisogno di personale a tempo indeterminato, non appeso al fragile filo del precariato.
E’ auspicabile che, quando e se ci sarà un nuovo governo, si produca un radicale cambiamento al vertice dell’istituto, con l’insediamento di amministratori che, oltre a frequentare i talk show o occupare poltrone in attesa di maturare i requisiti per la pensione, siano attenti alle esigenze dei lavoratori e rispettosi dei loro diritti, sempre più mortificati da una gestione che provoca solo malessere.