di Flavia Scotti
I dati riportati nella Relazione della Corte dei Conti, pubblicata nei giorni scorsi, evidenziano alla fine del 2011 per l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), presieduto da meno di un anno e mezzo da Fernando Ferroni, un disavanzo finanziario di 1,9 milioni di euro, mentre nell’esercizio precedente si era registrato un avanzo di 30,1 milioni, con un sensibile peggioramento, dunque, di 32 milioni di euro.
Di segno negativo anche il risultato economico, che passa da + 20,5 milioni di euro a - 30 milioni, a causa della diminuzione del valore della produzione e dell’aumento dei costi.
Il consuntivo indica una spesa complessiva, in termini di impegni, pari a euro 388,9 milioni, di cui 277,7 milioni di euro di parte corrente, 45,5 milioni di euro per la parte in conto capitale e 65,7 milioni per partite di giro.
L’Infn ha ricevuto nel 2011 il contributo ordinario dallo Stato pari a 304,3 milioni di euro, di cui 62,9 a destinazione specifica; il contributo ordinario delle Regioni è risultato drasticamente diminuito, essendo passato da 954 mila euro del 2010 a 165 mila euro, tutti a destinazione specifica.
Da rilevare che il trasferimento dallo Stato, costantemente in diminuzione nei dodici anni dal 1997 al 2009, dopo aver registrato nell’esercizio precedente un aumento (pari all’11,4%), nell’esercizio in esame è risultato in lieve flessione (-1,1%).
I trasferimenti da altre pubbliche amministrazioni per particolari programmi di ricerca sono stati pari a 12,4 milioni (erano 15,3 nel 2010), con un peso preponderante per quelli dalla Comunità Europea (7 milioni); i restanti provengono da altri enti per contratti di ricerca.
Gli oneri per il personale (151,7 milioni in termini di impegni) - che nel 2010 avevano segnato una sensibile diminuzione di 16,8 milioni rispetto all’esercizio precedente – nel 2011 si sono contratti di ulteriori 3,4 milioni, rappresentando il 54,6% delle spese correnti.
L’analisi programmatica e funzionale della “spesa per la ricerca” ha evidenziato che gli impegni a consuntivo - che erano scesi da 78.9 milioni del 2009 a 69,1 milioni del 2010 – sono ulteriormente diminuiti a 68,1 milioni, a fronte di un’assegnazione definitiva pari a 88,9 milioni (erano 85,9 milioni di euro nel 2010).
In particolare, gli impegni per le “linee di ricerca”, che costituiscono la voce di maggior rilievo, fanno registrare una costante riduzione nel quadriennio 2008-2011 (da 56,2 a 46,6 milioni di euro).
Per quanto attiene, infine, alla situazione patrimoniale del 2011, tra le voci che compongono le attività, sono in aumento, rispetto al 2010, le disponibilità liquide (+65,4%). Il patrimonio netto, pari a 477,4 milioni di euro nel 2010, è in contrazione nel 2011 e si attesta a 447,5 milioni.