La lettera di Fabrizio Sebastiani*
Come preannunciato recentemente dal "Foglietto", il Consiglio di Amministrazione del Cnr, nella riunione del 19 aprile 2013, ha varato uno scorrimento delle graduatorie del concorso di progressione ex art. 15 per complessive 82 unità di personale.
La notizia sembrerebbe confortante per tante persone che, piazzatesi immediatamente a ridosso dei vincitori nelle graduatorie degli idonei, a volte distanziate per centesimi di punto, non hanno più avuto occasioni di progressione di carriera. Occasioni per le quali, nel futuro, si preannunciano tempi biblici, dato che i nuovi concorsi Art. 15 (i cui bandi non sono ancora stati pubblicati) verranno svolti a livello di macroarea, e quindi con commissioni che dovranno ciascuna gestire mediamente una quantità di candidati tripla che nella passata edizione.
Completamente sconfortanti, e iniqui, appaiono però i criteri con cui questi scorrimenti sono stati implementati. Nel caso degli scorrimenti verso il I livello (ma per quelli verso il II livello vale discorso abbastanza analogo), il Cnr ha infatti implementato (e Cgil, Cisl e Uil hanno sostenuto) una politica "un posto a scorrimento per area", indifferente al fatto che certe aree hanno una consistenza numerica (in termini di candidati idonei e non vincitori al rispettivo concorso) enorme (3 aree - Scienze Informatiche e Ingegneria Informatica, Scienze Chimiche, Scienze Biologiche - su 19 hanno fra i 65 e i 72 idonei ciascuna), mentre per altre aree tale consistenza numerica è assolutamente esigua (8 aree su 19 hanno fra i 5 e i 10 idonei). In altre parole, le 8 aree minoritarie, tutte assieme, hanno un numero di idonei (56) largamente inferiore a ciascuna delle tre aree maggioritarie (fra i 65 e i 72), ma sono state gratificate di 1 posto a scorrimento ciascuna, esattamente come ciascuna delle aree maggioritarie.
Si aggiunga a ciò il fatto che, in genere, le aree maggioritarie erano già state penalizzate in fase di bando rispetto a quelle minoritarie; numeri inequivocabili dicono che alle aree minoritarie erano già stati attribuiti (proporzionalmente al numero di idonei) molti più posti che alle aree maggioritarie.
Tentativi di convincere il Cnr a implementare (e i tre sindacati maggiori a sostenere) una ripartizione di tipo proporzionale, che ridistribuisse i posti a scorrimento alle aree proporzionalmente più svantaggiate, non hanno ottenuto né alcun esito né alcuna risposta scritta. Il risultato del pronunciamento "un'area, un posto" del 19 aprile è dunque che in certe aree (maggioritarie) meno del 7% degli idonei si ritrovano vincitori (o di un posto originalmente messo a bando, o del posto a scorrimento) a fronte di altre aree in cui i vincitori sono più del 33% degli idonei.
Su tutto ciò, il rigido silenzio mantenuto da Cgil, Cisl e Uil prima che la decisione venisse ratificata sembra abbondantemente spiegato dal titolo del comunicato delle stesse a ratifica avvenuta: "Importanti risultati raggiunti per il personale Cnr". Complimenti, al Cnr e alla triplice.
*Primo ricercatore - Isti/Cnr - Pisa