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Mercoledì, 03 Lug 2024

altSono oltre 13 milioni gli italiani che acquistano online, spendendo ogni anno 12,8 mld di euro (Rapporto Italia 2013 di Eurispes) e in tutta l'Ue si arriva a 267. Eppure, stando al Rapporto Etichetta Furbetta, risultato della campagna europea Market-watch condotta da 12 associazioni ambientaliste, per l'Italia Legambiente e Mdc, i dieci negozi online più cliccati non danno informazioni esaustive su performance di efficienza energetica, rumore e consumo d’acqua sul 90% dei prodotti.

Dal 1° gennaio le cose dovrebbero cambiare perché le nuove misure sull'efficienza energetica della UE di cui alla direttiva quadro energy labelling (2010/30/UE) imporranno ai negozi online di indicare le etichette energetiche complete dei prodotti (A+, A++, A+++, B, ecc.). «Ci aspetteremmo che proprio i più grandi negozi online, come Amazon ed Ebay, fossero i primi a mettersi in regola – dice Francesco Luongo, vicepresidente MDC -  ed in ogni caso ci auguriamo che tutti i siti online adempiano alla normativa».

Altri cambiamenti arrivano dai regolamenti attuativi della direttiva Eup 2009/125/Ce (Directive for Energy-using Products), anche nota come ecodesign. Si va, dai nuovi standard energetici sullo stand by di tutti gli elettrodomestici e degli apparecchi connessi in rete che in tre step (dal 2015 al 2019, dovranno arrivare a 2Wh mentre oggi, consumano inutilmente da 25 a 100 Wh, 90 TWh sprecati nell'intera Unione) all'obbligo, da settembre 2015, di immettere sul mercato solo caldaie a condensazione in grado di recuperare gran parte del calore latente contenuto nei fumi che, altrimenti, andrebbe disperso, consentendo un rendimento del 106% contro il 92% delle caldaie tradizionali.

Dal 26 febbraio, poi, forni, fornelli e cappe aspiranti hanno standard più stringenti e un'etichetta energetica, compresi i forni a gas che ora sono esclusi e, dal 26 ottobre 2015, la misura sarà applicabile anche a scaldabagni e apparecchi per il riscaldamento. Nel 2016 sarà la volta di aspirapolvere e altri piccoli elettrodomestici.

Entrambe le Direttive rientrano nella strategia energetica europea e faranno risparmiare 166 MTE di energia primaria. Le imprese dovranno adottare criteri orientati alla riduzione dell'impatto ambientale lungo tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto, fine vita compreso, attraverso l'utilizzo della Valutazione del Ciclo di Vita. Le famiglie, potranno risparmiare mediamente 45 euro l'anno che potrebbero diventare 465 nel 2020. I paesi Ue potranno ridurre del 23% le importazioni di gas.

Nei regolamenti è prevista l’applicazione di penali fino a 40mila euro per l’Ecodesign e 150mila per l’Energy Labeling e il ritiro dei prodotti non a norma.

Ma si riuscirà ad applicarle? Per renderle cogenti occorrerebbe investire su controlli adeguati, soprattutto sui prodotti extra-UE, per tutelare le aziende che investono in ricerca e innovazione. Un ruolo importante lo avranno sul versante tecnico l'Enea e su quello sanzionatorio le Camere di commercio.

Ma la vera rivoluzione sta nel fatto che la Commissione europea per la prima volta ha stabilito regole univoche e dettagliate per l'intera Unione. E l'Italia? «Purtroppo in questa partita sull'efficienza energetica non sta giocando un ruolo di avanguardia − spiega Davide Sabbadin, responsabile efficienza energetica di Legambiente −  è il secondo paese europeo per produzione di elettrodomestici dopo la Germania. Dovrebbe battersi per l'ecosostenibilità dei suoi prodotti perché solo tutelando le aziende qualificate si può reggere la concorrenza». Miopia, perché le nuove regole potrebbero rendere più competitive le aziende europee  e incrementare il fatturato di 55 mld a conferma che l'attenzione alla sostenibilità ambientale può essere la scelta vincente per uscire dalla crisi.

*L’articolo è stato pubblicato, a firma di Adriana Spera, sul mensile La nuova ecologia n.2/2015.

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