Noi siamo coloro che credono che le donne abbiano il diritto e il dovere di contribuire con la loro intelligenza e i loro sentimenti alla politica di ogni paese. Noi siamo tanti, siamo già la maggioranza e vogliamo diventare ancora di più.
“Loro” sono gli “altri”, quelli che - indipendentemente dal colore della pelle e dal credo religioso - vogliono la soggezione delle donne; vogliono le mutilazioni genitali femminili perché anche se non sono un dogma religioso sono comunque una tradizione così antica e così bella (!!!) … Loro sono quelli che non vogliono che le ragazze vadano a scuola o all’università, vogliono che le ragazze si vestano in un modo che non sia quello che le ragazze desiderano, vogliono controllare tutto, vogliono che le donne non lavorino, non guidino l’auto e siano confinate nelle case; vogliono limitare il loro accesso ad alcune carriere, non vogliono che le retribuzioni siano uguali.
Ma “noi” siamo anche quelli che si battono per i diritti degli omosessuali, intesi nella accezione più vasta LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender), noi siamo quelli che non vogliono che due ragazzi omosessuali vengano buttati giù da una torre solo perché hanno manifestato pubblicamente i propri sentimenti. Noi siamo quelli che non vogliono manifestazioni di bullismo da parte di nessuna, men che meno manifestazioni di bullismo omofobo.
“Loro” sono quelli che credono che i comportamenti legati alla sfera affettiva e sentimentale e agli orientamenti sessuali possano essere sanzionati con pene che ledono la dignità umana, con supplizi crudeli: 50 frustate, 100 frustate…, la decapitazione.
Ecco, in poche parole, chi siamo noi e chi sono loro. Perché questi valori di libertà diventino i valori di tutti, è necessario stabilire dei percorsi formativi, forse non particolarmente complessi, ma certo seri e accurati.
Questi gli argomenti del dialogo di questa settimana tra il giornalista Elio Cadelo e lo psichiatra Michele Di Nunzio. Con l'intervento del sociologo Giorgio Pacifici. (A cura di Sonia Topazio)