Mercoledì, 20 dicembre, dalle ore 18:00, a Rittana (Cuneo) si terrà la tradizionale Fiaccolata partigiana promossa da Mai tardi - Associazione amici di Nuto, in collaborazione con la Fondazione Nuto Revelli e il Comune di Rittana.
Per l’occasione, Marco Revelli, politologo, sociologo, storico, attivista politico, giornalista e saggista italiano, nonché presidente della Fondazione dedicata a suo padre, ha scritto un articolo che la nostra redazione, che ne condivide integralmente il contenuto, propone all’attenzione e alla riflessione dei lettori.
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"Viene un momento in cui non è più lecito nascondersi", dice lo scrittore Antonio Scurati nella prima riga del suo ultimo libro, Fascismo e populismo. Mussolini oggi.
Nascondersi da cosa? Nascondersi dalla Storia, la cui profondità abbiamo perduto.
Nascondersi dalla consapevolezza della gravità estrema di ciò che ci sta accadendo, di quanto stiamo perdendo e di quanto abbiamo già perduto, nel momento in cui è arrivato a governare questo Paese un gruppo, una forza, una personalità che proviene da una militanza neofascista mai abbandonata, anzi esplicitamente rivendicata. Gente che ne riproduce simboli, retoriche, linguaggi, omertà. Che ostenta il proprio odio verso la parola stessa "antifascista", quindi verso la Repubblica identificata da suo atto di nascita. Soprattutto gente che da quelle radici avvelenate trae l'ispirazione per politiche duramente anti-sociali, feroci con i deboli e servili verso i forti.
Viviamo da “sonnambuli”, ha ragione il Censis, inconsapevoli, nella stragrande maggioranza di chi “fa” l’opinione prevalente, e anche purtroppo in chi ne subisce la seduzione, di ciò che ci accade intorno e di quanto ci aspetta, come se tutto ciò fosse "normale", sgradevole ma in qualche modo accettabile, comunque inevitabile.
Non è così. Nel pensarlo - cito ancora Scurati - ci si rende COLPEVOLI.
"Di cosa?" si chiede lo scrittore. "Di essere come tanti. Di voler essere come tutti", risponde. Di non viversi più nella Storia, che per essere deve pensarsi come aperta al mutamento, ma solo in una sorta di Presente senza spazio alla trasformazione. É questo atteggiamento, arreso, che rischia di lasciare mano libera a chi vorrebbe scardinare le basi stesse della nostra democrazia.
Non sono innocue figurine da circo uscite da un passato irripetibile, questi nuovi barbari.
Sono determinati a lasciare il proprio segno nella carne della nazione, mutandone la stessa Costituzione. Imponendo una nuova forma di autoritarismo incentrata sul mito del Capo e della personalità sola al comando, che riesuma i peggiori fantasmi della nostra "autobiografia della nazione".
Svegliarsi, smettere di nascondersi, significa alzare forte la propria voce, resistere, dire dei NO che non siano semplici gesti testimoniali.
Dobbiamo resistere. Dobbiamo ripetere senza stancarci VIVA L'ITALIA ANTIFASCISTA!
(Marco Revelli)