Nuto Revelli è stato, con la sua opera e con la sua azione, un “testimone del suo tempo” - di quel tempo insieme terribile e fecondo che è stato il Novecento - un protagonista delle battaglie per la giustizia e per la libertà, un ricercatore di memoria tra le pieghe di una società contadina e montanara in trasformazione.
Io ho scelto di raccontare, di testimoniare, il giorno in cui sono uscito dall'inferno della ritirata di Russia. L'ho fatto dopo essermi posto il dilemma: o dimentico tutta questa tragedia o ricordo tutto. Dimenticare voleva dire respirare, tornare a vivere, ma era troppo comodo, facile, persino immorale dopo il disastro al quale avevo assistito.
E così ho giurato a me stesso: "Ricordati di non dimenticare".
Un giuramento che dura da sessant'anni e non sono stanco di ricordare. Anche se soffro, rivivo sofferenze, tragedie, volti, paesaggi, storie. Non si può, non si deve dimenticare. (Nuto Revelli)
Nuto Revelli fa parte di quella generazione di scrittori, come come Primo Levi e Mario Rigoni Stern, che giunsero alla scrittura non per sola vocazione interiore ma trascinati, per così dire, dalla Storia, per dovere civile e morale: per “far sapere” affinché gli orrori di cui erano stati vittime e testimoni non si dovessero mai più ripetere.
Il suo impegno costante è stato quello di restituire voce a coloro che voce non avevano: ai soldati vittime delle guerre, ai montanari e contadini che quelle guerre per primi le avevano pagate e che erano poi stati lasciati ai margini.
Attingendo al fondo fotografico dell’Archivio Nuto Revelli, la mostra Ricordati di non dimenticare. Nuto Revelli, una vita per immagini, a cura di Paola Agosti e Alessandra Demichelis - realizzata dalla Fondazione Revelli in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in Provincia di Cuneo “Dante Livio Bianco” - ripercorre la vita di Nuto Revelli: il giovane ufficiale in divisa, il partigiano a Paraloup e, in Francia, lo scrittore con i suoi testimoni, il marito a fianco della donna che ama, l'amico con cui condividere impegno e convivio.
La mostra oltrepassa la vicenda individuale e trasporta chi osserva in un passato condiviso: nelle fotografie scorre quasi un secolo, la storia del Novecento tra dittature, guerre e rinascita e affiora il dettaglio di chi ne ha percorso ogni tappa con il piglio del testimone, in un cammino di consapevolezza umana e civile, tra impegno e vita privata.
E’ della vita di Nuto Revelli, del Novecento e della storia di tutti noi che narrano le fotografie esposte in mostra e raccolte, insieme a didascalie e parole, nel catalogo Ricordati di non dimenticare. Nuto Revelli, una vita per immagini, a cura di L’Artistica editrice di Savigliano.
La mostra, con le sue 180 fotografie abbinate a citazioni e didascalie, dialogherà con alcuni documenti selezionati dall’Archivio Nuto Revelli e altri conservati presso l’Archivio Storico del Comune di Savigliano che, per l’occasione, saranno presenti nel percorso espositivo.
Sarà possibile inoltre per il visitatore ascoltare alcuni estratti dall’audio originale dell’intervista realizzata da Nuto Revelli alla saviglianese Margherita Lemasson e dell’intervista realizzata a Nuto Revelli dalla Cgil.
La mostra - visitabile fino al 17 novembre presso il Museo Civico Gipsoteca di Savigliano, in via San Francesco n. 19 - sarà inaugurata sabato, 19 ottobre, alle ore 17:00, con il dialogo “Ricordati di non dimenticare. Le voci di chi non ha voce”, tra Marco Revelli e Gustavo Zagrebelsky.
Sabato, 9 novembre, alle 17:00, ci sarà l’incontro “Se io gli dicessi tutto ne avrebbe da fare tre di romanzi". La testimonianza della saviglianese Margherita Lemasson nell’Anello Forte di Nuto Revelli.
Una serata per rileggere insieme la straordinaria testimonianza raccolta da Nuto Revelli nel 1978 e, in seguito, pubblicata nel libro L’anello forte. Un racconto, lucido, schietto e ricco di ironia, descrive la Savigliano delle filande e le condizioni di lavoro della manodopera femminile, spesso infantile, dai primi decenni del secolo scorso fino agli anni Sessanta. Margherita racconta, con disarmante sincerità, le reali condizioni di vita della donna, alle prese con la famiglia, il lavoro e il matrimonio.
Con interventi, moderati da Chiara Ravera (Presidente ANPI Savigliano), di Silvia Olivero (Responsabile Museo Civico Archivio Storico e Gestione Fondi storici Savigliano, e Giulia Ferraris (Fondazione Nuto Revelli).
Gli orari di apertura della mostra sono: sabato, ore 15-18.30, e domenica, ore 10-13 | 15-18.30. L’ingresso è gratuito.
Per le scuole, è possibile prenotare una visita guidata di 1h alla mostra nelle mattine di martedì 29 ottobre, giovedì 7 novembre, martedì 12 novembre e giovedì 14 novembre scrivendo a