We are the Best!, di Lukas Moodysson, con David Dencik, Mira Barkhammar, Mira Grosin, Liv LeMoyne; durata 102’, nelle sale dal 5 giugno 2014 distribuito da BIM.
Siamo a Stoccolma agli albori degli scintillanti ed effimeri anni ottanta. L’occhialuta Bobo e la sua migliore amica Klara sono due ragazzine fuori dagli schemi. Energiche, genuinamente rabbiose ed emarginate da tutti i loro coetanei, le due vivono ostentando capigliature azzardate, vestiti trasandati e la forza di chi vuole spaccare tutto, ancora lontane dal turbine ormonale della pubertà e della scoperta della loro femminilità. In bilico tra una dimensione asessuale infantile e il bisogno spasmodico della propria affermazione personale, le nostre eroine decideranno, in un impeto folle e istintivo, di mettere in piedi un complesso punk. Grazie anche all’aiuto di Hedvig, ottima chitarrista di famiglia borghese (passata ovviamente dal rito iniziatico del taglio di capelli fai-da-te), arriveranno, tra qualche disavventura, a esibirsi in un indimenticabile primo concerto.
Presentato con successo all’ultimo festival del Cinema di Venezia (nella sezione collaterale “Orizzonti”), We Are the Best! (fondamentale il punto esclamativo) segna il ritorno del regista svedese Lukas Moodysson in patria, dopo la parentesi americana di Mammoth.
Tratto dall’omonima graphic novel scritta dalla moglie Coco, Moodysson realizza un piccolo film entusiasmante, che rifugge i luoghi comuni del genere coming of age, per raccontare una storia di formazione elettrizzante e coinvolgente.
Forte anche di un’influenza autobiografica non secondaria (il testo originale è il resoconto romanzato dell’infanzia dell’autrice), We Are the Best! si allontana dai toni melodrammatici di molte pellicole adolescenziali contemporanee (come numerose di quelle prodotte nel nostro paese) e dall’umorismo ironico/distaccato di altre, per concentrarsi unicamente sulla forza spontanea delle proprie protagoniste.
Aiutato dall’alchimia e dalla bravura delle sue tre attrici principali quasi esordienti (le ottime Mira Barkhammar, Mira Grosin e Liv LeMoyne), il regista riesce a trasmettere al proprio pubblico la freschezza di tre ragazzine anarchiche e “matte”, disposte a tutto per realizzare il proprio sogno musicale, simbolo plastico della loro ingenua e piccola rivoluzione antiborghese.
Nelle loro grida eccitate “Io odio lo sport!” e “Noi siamo le migliori!”, ci sono tutta la freschezza e l’irresponsabilità di tre ragazze pronte a diventare adulte, senza alcun peso tragico o risvolto socio-pedagogico.
Moodysson riesce, con una linearità narrativa priva di trovate furbe o forzature ostentate, a fotografare intelligentemente i caratteri chiave di un passaggio evolutivo fatidico e dell’atmosfera di un periodo storico particolare, confezionando una pellicola travolgente e, soprattutto, fresca.
Un’opera che scegliendo di non prendersi mai sul serio, arriva dove tanti altri prodotti seriosi e tronfi hanno fallito.