Saltburn, scritto e diretto dalla regista e sceneggiatrice, premio Oscar, Esmerald Fennell; Genere: Thriller; Usa, 2023; Durata: 132’; su Amazon Prime Video dal 22 dicembre 2023.
Recensione di Anna Sofia Caira
Oliver Quick (Barry Keoghan) è uno studente del New College dell’Università di Oxford. È un ragazzo solo ed emarginato, al contrario di Felix Catton (Jacob Elordi), un bellissimo ragazzo particolarmente popolare, sempre al centro dell’attenzione.
Da subito, Oliver ne rimane profondamente attratto. La sua vita sociale cambia quando decide di aiutarlo prestandogli la sua bicicletta e, da quel momento, i due diventano amici. Oliver inizia a sviluppare una vera e propria ossessione per Felix e anche per la sua famiglia, dopo essere stato invitato trascorrere le vacanze estive a Saltburn, nella facoltosa tenuta della famiglia Catton.
Qui conosce la madre di Felix (Rosamund Pike) e la sorella Venetia (Alison Oliver), che riuscirà progressivamente a sedurre e manipolare. Solo il cugino Farleigh (Archie Madekwe), già suo collega universitario, sembra aver capito le reali intenzioni di Oliver che, folgorato da tutta quella bellezza e ricchezza, vuole a tutti i costi conquistare le attenzioni della famiglia.
Saltburn è un thriller che ci regala immagini di una bellezza quasi accecante e scene che chiaramente vogliono sconvolgere e scandalizzare e in parte sicuramente riescono nell’intento. Probabilmente, però, non arriva fino in fondo a dove vuole chiaramente arrivare.
È infatti evidente il tentativo di una satira della ricchezza dell’aristocrazia moderna ma, per quanto vorrebbe essere il tema centrale insieme alla lotta di classe, questo è messo in ombra a favore di un intrattenimento scioccante ed eccessivamente vistoso.
Ma la bellezza rimane travolgente, soprattutto quella dei protagonisti, in particolare Barry Keoghan e Rosamund Pike, che difatti sono stati candidati ai Golden Globe nei ruoli di miglior attore in un film drammatico e miglior attrice non protagonista.
I loro volti carismatici riescono a dar vita a personaggi inquietanti che, a seconda delle occasioni, sono sia vittime che carnefici. Irriverenti e a tratti divertenti, personaggi seducenti ma spesso troppo caricaturali ed esasperati.
Il personaggio di Barry Keoghan distrugge tutto quello che tocca, decostruisce e devasta istituzioni e consuetudini, provocando sensazioni sgradevoli nello spettatore. È per questo che il film è andato subito virale sui social, perché si sa che adesso sono le immagini forti ad attirare maggiormente il pubblico.
Ma Saltburn ha anche una fotografia eccezionale che parla di luoghi vecchio stampo, tipicamente inglesi. È infatti soprattutto l’ambiente a travolgere gli spettatori e insieme anche i suoi protagonisti. Alcuni ne sono sedotti, altri profondamente condizionati, tra questi il magnifico Jacob Elordi che, come una calamita, attira tutti a sé, e di questo suo potere ne è alla fine schiavo.
Saltburn è un film che parla di ossessione, privilegi e attrazione e, sebbene i contenuti non rappresentino una grande novità, è comunque sapiente il modo con cui la regista riesce a veicolare e a trasmettere questi messaggi, riuscendo a coniugare perfettamente un certo tipo di cinema prettamente commerciale e in parte accomodante, a un cinema sovversivo e più provocatorio.
Anna Sofia Caira
critica cinematografico