How to Have Sex, regia di Molly Manning Walker, con Mia McKenna-Bruce, Lara Peake, Samuel Bottomley, Shaun Thomas, Enva Lewis, Laura Ambler, Daisy Jelley, Eilidh Loan, Anna Antoniades, Eleni Sachini; Sceneggiatura: Molly Manning Walker; Fotografia: Nicolas Canniccioni; Musica: James Jacob; Suono: Steve Fanagan; Costumi: George Buxton; Trucco: Natasha Lawes; Casting: Isabella Odoffin; Genere: Drammatico; Gran Bretagna – Grecia, 2023; Durata: 91’; Distribuzione: Teodora Film; Consigli per la visione: V.M. 14, nelle sale dal 1° febbraio 2024.
Recensione di Anna Sofia Caira
How to Have Sex è un film del 2023 scritto e diretto da Molly Manning Walker al suo esordio alla regia. La pellicola è stata presentata in occasione della 76esima edizione del Festival di Cannes, dove ha vinto il premio nella sezione Un Certain Regard.
Il film, incredibilmente energico e travolgente, è un manifesto coraggioso sull’adolescenza e su aspetti che per pudore vengono esclusi dalla narrazione contemporanea ma che in realtà sono universali, e che oggi le adolescenti, in prima persona o attraverso i racconti dei loro amici, hanno vissuto.
È un film che andrebbe proiettato nelle scuole, perché, al contrario di quello che vorrebbe far pensare il titolo, non vuole dare nessuna istruzione, ma rende esplicito il messaggio che non esiste in nessun manuale.
È un’età, quella della sedicenne Tara (Mia McKenna Bruce), in cui è impossibile sapere chi si è, né tantomeno quello che si vuole. È certo solo quello che non si vuole, ma il problema è che questa è una certezza solo per noi stessi e non per gli altri.
Tara, Em (Enva Lewis) e Skye (Lara Peake) sono tre amiche inglesi in vacanza a Malia, sull’isola di Creta. Nell’onda della loro adolescenza più sfrenata, vogliono solo divertirsi. Conoscono altri coetanei con cui uniscono le aspettative per “la vacanza migliore di sempre” e Tara è euforica, chiassosa, divertente. Ma sua eccitazione sfuma gradualmente, la sua verginità la mette in soggezione, la fa sentire a disagio. Si perde, diventa sempre più silenziosa, insicura, fragile.
Mia McKenna Bruce riesce a restituire perfettamente tutte le sfumature di un personaggio così complesso, specchio di un’età che è incomprensibile, che disorienta.
La regista ci guida in una storia che sentiamo nostra e, soprattutto, tratta in modo assolutamente onesto il tema del consenso e delle prime esperienze sessuali, ma senza imporre nessun giudizio. Sta a noi decidere cosa pensare. E inevitabilmente anche noi spettatori, come Tara, ci sentiamo inermi di fronte a quelle scene così forti.
Il film è un’esperienza sensoriale, la messinscena sfrutta il caos e gli eccessi della gioventù, mentre i primi piani e gli sguardi della protagonista rendono esplicito tutto ciò che si nasconde dietro il divertimento più sfrenato. Perché la narrazione non è mai didascalica, Tara si tiene tutto dentro.
Walker tocca coraggiosamente temi troppo spesso taciuti e lo fa in modo delicato ed emozionante. How to Have Sex è per questo una pellicola importante, che sicuramente farà sentire meno sole moltissime adolescenti.
Anna Sofia Caira
critica cinematografica