La lettera
L’articolo “Fotocopie d’oro all’Istat: 0,60 euro per un foglio”, comparso il 22 marzo 2011, rivela un approccio singolare al concetto di notizia.
Invece di rilevare l’innovazione nella politica dei prezzi dell’Istat, per la quale, contrariamente a quanto avveniva nel passato, “i dati già elaborati e forniti a richiesta e trasmessi per via telematica sono rilasciati gratuitamente”, si attira l’attenzione su una voce di “rimborso spese” riferita a una singola tipologia di fornitura su supporto cartaceo.Peccato che gli autori dell’articolo non abbiano posto più attenzione al tema. Il costo di 0,60 euro non si riferisce, infatti, al generico rimborso per fotocopie effettuate dall’utente presso la biblioteca (per cui il prezzo è fissato in 5 centesimi), ma di tabulati e fotocopie relativi, in genere, agli indici dei prezzi, in cui il rimborso richiesto include il costo del personale necessario ad estrarre le informazioni richieste. Giovanni Fontanarosa - Direttore generale Istat
Per serietà, l’articolo del Foglietto del 22 marzo conteneva il link alla delibera adottata dall’Istat il 9 marzo 2011, nella prima pagina della quale, al punto 5, lett. A - Dati già elaborati forniti a richiesta - anche il direttore generale dell’Istat poteva leggere che: “I costi delle fotocopie e/o tabulati sono fissati in euro 0,60 (+iva, ndr) per ogni pagina prodotta”. Per il dr. Fontanarosa, tale prezzo includerebbe il costo del personale necessario a estrarre le informazioni richieste. Purtroppo, tale “aggiunta” risulta postuma. E non smentisce la notizia data dal nostro giornale. (Red.)