Giornale on-line fondato nel 2004

Giovedì, 04 Lug 2024

L’Istat ha deciso che le questioni riguardanti l’andamento dell’inflazione siano un problema interno ai lavoratori dell’Istituto e non già di tutto il Paese ed è per questo che ha diffuso sulla Intranet – anziché sul sito ufficiale - una nota giustificativa (a cura della DCSP) sul ritardo con il quale gli aumenti del servizio di refezione scolastica nel Comune di Roma sono stati considerati negli indici dei prezzi al consumo.

Una nota, tuttavia, che nel confermare la circostanza che l’aumento dei prezzi si doveva registrare fin da settembre 2010, come evidenziato nell’articolo del Foglietto dal titolo Inflazione, rilevato aumento mense. Dopo 4 mesi, prova a mettere una “toppa” metodologica, che però sembra di gran lunga peggiore del “buco”.

Infatti, se si volesse dare credito ai ragionamenti sviluppati dall’Istat, si dovrebbe giungere alla conclusione  che le “regole del gioco” sono “dubbie” e che, in tali situazioni – che possono accadere più spesso di quanto si possa pensare - sia inevitabile un “raffreddamento” degli indici dei prezzi al consumo, dando così ragione ai tanti che dubitano del dato ufficiale sull’inflazione.

Viceversa, a dispetto di quanto si vuole far credere, le regole per una corretta misura dell’inflazione esistono. Basta solo volerle e saperle applicare.

La nota Istat si apre con tre richiami normativi alla regolamentazione dell’indice armonizzato IPCA, che però sono parziali e fuorvianti, evidentemente tesi a dimostrare che lo stesso Istat è sostanzialmente incolpevole e non poteva comportarsi diversamente.

Nel merito della nota, l’Istat dichiara di aver “provveduto, con riferimento al mese di settembre e ai mesi successivi, fino a quando tali informazioni non sono state rese disponibili (dal Comune di Roma, ndr) a segnalare come rejected price il prezzo del prodotto in questione e a trattarlo come una mancata rilevazione per la quale, in base alla metodologia sin qui adottata, è prevista l’imputazione, utilizzando l’ultimo prezzo osservato”.

Innanzitutto, si deve osservare che è tecnicamente improprio in questo caso fare riferimento alla categoria dei rejected prices (prezzi rifiutati), in quanto, come risulta anche nella descrizione di Eurostat (*), i prezzi rifiutati sono quelli che presentano una anomala e ingiustificata variazione verso l’alto o verso il basso. Per le mense di Roma, invece, in assenza delle informazioni sul valore ISEE delle famiglie di utenti, non c’era alcun prezzo anomalo da accettare o rifiutare, ma più semplicemente un prezzo mancante che, in quanto tale, doveva essere stimato sulla base del contenuto della delibera del Comune di Roma, che fissava la nuova struttura tariffaria del servizio di refezione scolastica in vigore da settembre 2010.

Sul trattamento dei prezzi mancanti, il regolamento comunitario 1749/1996, così come modificato dal regolamento 1334/2007, (entrambi sfuggiti all’elenco delle norme richiamate nella nota Istat), al punto 12) dell’articolo 2, vieta espressamente l’uso dell’ultimo prezzo osservato in sostituzione di un prezzo mancante: “un prezzo osservato in precedenza non può essere considerato un prezzo stimato, a meno che non sia dimostrato che esso costituisce una stima adeguata”.

Ora, poiché era evidente che le nuove tariffe avrebbero comportato un notevole aumento per le famiglie, l’aver ripetuto l’ultimo prezzo rilevato nella passata stagione senza mostrare alcuna variazione in aumento, rappresenta una prima violazione del regolamento comunitario.

Ma vi è di più.

L’Istat afferma che “nel mese di gennaio 2011 si sono rese disponibili tutte le informazioni richieste, per cui si è proceduto, per il prodotto mense scolastiche del Comune di Roma, alla registrazione della variazione intercorsa”. Ammette, dunque, che il ritardo dipendeva dall’assenza delle informazioni rese disponibili, ma ciò non giustifica l’errato calcolo dell’inflazione perché, in realtà, l’Istat non può decidere a suo piacimento come e quando registrare una variazione dei prezzi.

L’articolo 5 del regolamento comunitario 1921/2001 (anch’esso purtroppo sfuggito alle norme richiamate dall’Istat nella nota) statuisce che: “Le revisioni risultanti dall’introduzione di informazioni di base nuove o migliorate che gli Stati membri ritengono necessarie per migliorare la precisione di un IPCA sono applicate previa approvazione della Commissione (Eurostat) per quanto riguarda il calendario delle revisioni”.

L’Istat, pertanto, doveva stimare in via provvisoria a partire da settembre 2010 un congruo aumento per la tariffa delle mense scolastiche di Roma e comunicare all’Eurostat che l’indice dei prezzi al consumo sarebbe stato successivamente oggetto di revisione sulla base delle informazioni pervenute. Essersi sottratti a questa procedura si configura come una possibile seconda violazione dei regolamenti comunitari, che l’Istat  è ancora in tempo, se vuole, a sanare.

Non meno grave, seppure non sanzionabile, è la circostanza che nei comunicati stampa del Comune di Roma e dell’Istat, che si sono succeduti tra settembre 2010 a gennaio 2011, non è stata dedicata neanche una riga per spiegare cosa stava accadendo e vi è il fondato convincimento che nulla sarebbe trapelato senza l’articolo del Foglietto, al quale la Intranet dell’ente ha predisposto il link solo dopo specifica contestazione fatta dal nostro giornale al presidente Giovannini.

E’ indubbio che le scelte operate sui prezzi delle mense scolastiche di Roma e il malriuscito tentativo di fornire – ma solo all’interno dell’ente - una giustificazione, non fanno altro che minare la credibilità e l’indipendenza dell’Istat.

Al presidente Giovannini, presentatosi due anni fa come grande innovatore, sensibile alla trasparenza dei prodotti e dei processi, spetta ora – ad avviso del Foglietto della Ricerca - il compito di chiedere ad Eurostat la revisione del dato e, se lo vorrà, di fare autocritica.

Il mantenimento dello statu quo sarebbe una scelta molto grave.

Da ultimo, contrariamente a quanto sostenuto dall'Istat, l'aumento del costo del servizio mensa (+10,9%) indicato dal Foglietto non è affatto improprio, perchè specifica che lo stesso è riferito all'insieme delle mense scolastiche, universitarie ed aziendali

(*) Where prices are not observed, they must be estimated by an appropriate procedure. In general, the prices reported by the price collectors should be accepted. Rejection or adjustment of reported prices, for example the correction of an unusually high or low price change, should not be carried out by automatic procedures, but only by reference to specific information on the individual price observation, such as a repeat observation. If, following a validation procedure, the reported price must nevertheless be rejected, the rejected price should be treated according to the rules for missing observations.

empty alt

All’ombra del Re dollaro crescono piccole valute

La notizia dell’ultimo aggiornamento che il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha dedicato...
empty alt

Tolve, bellezza lucana che affonda le sue radici nel terzo millennio a.C.

San Rocco è il Santo più venerato nel mondo cattolico. Nei miei viaggi per i borghi lucani la sua...
empty alt

In Adriatico sono tornate le mucillagini

In Adriatico sono tornate le mucillagini la cui composizione potei analizzare, tra primi, nel...
empty alt

Illegittimo affidare il controllo della prestazione lavorativa a un investigatore

Con ordinanza n. 17004/24, pubblicata il 20 giugno 2024, la Corte di cassazione - sezione Lavoro – ha...
empty alt

Dall’Antitrust cartellino rosso alla Figc

Dopo l'inattesa eliminazione della nazionale italiana di calcio dagli Europei, una nuova tegola si è...
empty alt

“Fremont”, film esistenzialista dalle venature surreali

Fremont, regia di Babak Jalali, con Anaita Wali Zada (Donya), Gregg Turkington (Dr. Anthony),...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
Back To Top