di Paolo Vita
Soppressione dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria (Inea) e dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran) e trasferimento di tutti i dipendenti e dei relativi fondi al Consiglio Nazionale per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (Cra) a partire dal 1 gennaio 2012.
E’ il testo di un emendamento presentato in questi giorni dal parlamentare del Pdl, Vincenzo Fontana, siciliano di Agrigento, al decreto sviluppo attualmente in discussione alla Camera.
La norma, se fosse approvata, prevedrebbe il trasferimento al Cra di tutto il personale a tempo indeterminato in servizio al 31 dicembre 2011 mentre gli stanziamenti finanziari a carico del bilancio dello Stato, previsti alla data del 1 gennaio 2012, per le esigenze di funzionamento di Inea e Inran dovrebbero finire nelle casse del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, insieme a tutte le risorse strumentali.
L’onorevole Fontana ha proposto inoltre che le attività svolte dai due enti da sopprimere “continui ad essere esercitata presso le sedi e gli uffici già a tal fine utilizzati”.
Per accelerare il processo di fusione tra gli enti e per il rilancio delle attività di ricerca, l’emendamento dispone che, il “Cra è autorizzato a conferire incarichi dirigenziali a soggetti di comprovata esperienza e professionalità in campo scientifico ed organizzativo in deroga alle percentuali previste dall’articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 165 del 2001, e nei limiti delle disponibilità e delle vacanze di organico”.
Adesso bisognerà aspettare di vedere se l’emendamento sarà convertito in legge o meno (la qual cosa appare di difficile realizzazione al momento) ma quel che è certo è che la mossa dell’onorevole Fontana sarebbe una manna per i disastrati conti dell’ente guidato dal commissario Paolo Cescon che potrebbe fare affidamento anche sui trasferimenti pubblici che oggi vanno nelle casse di Inea e Inran, senza contare la splendida possibilità di fare assunzioni in deroga alla legge.