di Daniele Gardiol
La novità più rilevante del "Disciplinare per il conferimento di assegni per lo svolgimento dell'attività di ricerca" approvato mercoledì scorso dal cda dell'Inaf, trasmesso alle organizzazioni sindacali venerdì, è il sensibile aumento degli importi annui attribuiti.
Se fino ad ora gli assegnisti di ricerca percepivano un massimo di 19.367 euro al netto degli oneri a carico dell'amministrazione, con una maggiorazione in Inaf non superiore al 10% come stabilito dalla "Direttiva Transitoria" del 16 febbraio 2011, il nuovo Disciplinare definisce due tipologie per le quali individua altrettante forbici retributive: da un minimo di 28.000 a un massimo di 32.000 euro per i PostDoc, per cui è richiesta una esperienza triennale, e da 34.000 a 38.000 euro per i Young Scientist, con esperienza almeno di sei anni.
Altra nota positiva, la maggiore tutela per le assegniste donne, la cui indennità per maternità corrisposta dall'Inps è integrata dall'Inaf fino a concorrenza dell'intero importo dell'assegno di ricerca.
Rimane, per i contratti in essere secondo la previgente normativa, la possibilità di proroga, ove espressamente previsto dal bando.
Resta inteso che, ad avviso di Usi/RdB e secondo logica giuridica, in questo caso occorrerà comunque adeguare gli importi a quelli previsti dalle nuove regole.
Il Disciplinare entra in vigore il 1° luglio, ma vista la situazione, non vorremmo assistere a un'affannosa corsa in questi giorni per bandire assegni di ricerca secondo la previgente normativa, con l'intenzione di risparmiare sulla pelle dei lavoratori precari.