di Alex Malaspina
Dopo la nomina di Francesco Profumo alla presidenza del Cnr e di Maria Cristina Messa e Gloria Saccani nel cda, per completare il nuovo board dell’ente Mariastella Gelmini attende di conoscere le designazioni da parte della Confindustria, della Conferenza dei Rettori (Crui), della Conferenza Stato-Regioni-Province e dell’Unione italiana delle Camere di Commercio.
In pratica, a contendersi le due poltrone di comando ancora libere nel più grosso ente pubblico di ricerca del Paese sono in quattro, anzi, in cinque, dal momento che anche i ricercatori hanno designato, a seguito di una contestatissima procedura (che ha escluso dall’elettorato passivo i tecnologi ammettendo però i ricercatori pensionati), il loro rappresentante, le cui probabilità di nomina da parte del ministro si approssimano allo zero.
La scelta del ministro vigilante appare tutt’altro che semplice, in quanto andrà sicuramente a scontentare organismi che in passato hanno sempre avuto una loro propaggine a piazzale Aldo Moro. Fuori dal cda, oltre al rappresentante dei ricercatori, dovrebbe restare la Crui, dal momento che la presidenza dell’ente è stata affidata a un Rettore in carica.
Ma tra gli altri tre pretendenti sarà sicuramente braccio di ferro, anche perché sia il climatologo Giampiero Maracchi, per conto della Conferenza Stato-Regioni-Province, che l’ingegnere Vico Valassi, in rappresentanza delle Camere di Commercio e - per inciso - concittadino e amico di Roberto Castelli, esponente di primo piano della Lega Nord, sono certi della loro conferma.
Se così fosse, a restare fuori sarebbe Confindustria, che avrebbe già designato la scienziata e manager Catia Bastioli. Una eventualità, quella della esclusione di Confindustra, che sia al Miur che a piazzale Aldo Moro viene decisamente scartata.
Ma allora chi di questi tre resterà senza poltrona?