di Antonio Del Gatto
Quando il professor Luigi Pompeo Marasco, dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale di statistica, nel 2004 assunse la direzione dell’Ufficio regionale Istat della Campania, si trovò di fronte un ambiente “dilaniato” da anni di forti contrasti interni tra il personale e il suo predecessore.
Da uomo saggio e prudente, Marasco in poco tempo riuscì a rasserenare il clima e a far lievitare anche il livello qualitativo dell’Ufficio, valorizzando, senza discriminazioni di sorta, tutto il personale alle sue dipendenze.
Nel 2006, col suo pensionamento, l’età dell’oro a Napoli, purtroppo, volse al termine. Niente di eclatante durante l’intermezzo della gestione ad interim affidata al dirigente del lontano Ufficio Istat dell’Umbria.
Con l’avvento dell’attuale gestione, insediatasi a maggio 2010, c’è stato un brusco ritorno al passato ante Marasco. Il clima si è rifatto incandescente, surriscaldato soprattutto da una distribuzione degli incarichi considerata da molti dipendenti a dir poco iniqua, perché troppo sbilanciata a vantaggio di alcuni.
Ne è scaturita, addirittura, una richiesta multipla di audizione presso il Consigliere di fiducia dell’Istat.
Nei giorni scorsi, a Napoli è arrivato persino il direttore centrale della rete territoriale dell’ente, ma il suo intervento, anziché placare gli animi, avrebbe prodotto l’opposto effetto di esacerbarli.
A questo punto è auspicabile che le ragioni dei dipendenti vengano ascoltate dai vertici dell’ente. Perché ritorni la pax di Marasco.