di Flavia Scotti
Nicolais c’ha provato il 28 giugno a nominare il nuovo dg del Cnr (al posto di Fabrizio Tuzi), ma gli è andata male.
Del resto, si sa, la fretta è cattiva consigliera, tant’è che solo dopo l’articolo del Foglietto della scorsa settimana, si è ricordato di aggiungere tra i punti all’odg del cda quello relativo appunto alla nomina del direttore generale, che è quasi finito tra le “varie e eventuali”. E forse sarebbe stato meglio, visto come sono andarte le cose.
Nicolais - dopo aver proposto la nomina di Luisa Consolini, cervello italiano operante in Finlandia come Director Information Systems European Chemicals Agency, che sembra però aver immediatamente declinato l’offerta - avrebbe annunciato di voler ripiegare, prossimamente, su un altro cervello, questa volta rimasto in Italia.
Si tratterebbe di Ines Fabbro, già direttore amministrativo dell’Alma Mater dal 1993, poi transitata, con lo stesso ruolo - non senza polemiche - all’Università di Siena alla fine del 2010.
Considerata vicina alle posizioni del sindacato, in particolare della Cgil, ma apprezzata anche da ambienti diversi, come il Rotary Club, la Fabbro è anche osteggiata dai sindacati e dai rappresentanti del personale tecnico e amministrativo dell’Ateneo senese, che nei giorni scorsi hanno cercato invano di far votare al cda una mozione di sfiducia nei suoi confronti.
Alcuni sindacati pongono l’accento su una condanna inflitta alla stessa Fabbro dalla Corte dei conti nel 2008.