di Ivan Duca
Il tempestivo grido d’allarme lanciato lo scorso martedì dal Foglietto della Ricerca ha colto nel segno se è vero, come è, che il presidente del Cnr ha deciso di espungere dall’odg del cda la proposta di chiusura dell’istituto di scienze neurologiche di Mangone, con un conseguente parziale trasferimento a Catanzaro, presso l’Università Magna Graecia, il cui Rettore è Aldo Quattrone, già direttore dell’Isn.
A far cambiare idea a Nicolais non è stato soltanto il nostro articolo e l’atto di diffida tempestivamente notificato dall’Usi-Ricerca nella prima mattinata di lunedì 29 ottobre, ma anche la reazione di alcuni autorevoli esponenti politici del cosentino, da sempre convinti che l’Isn sia un centro di eccellenza da salvaguardare a tutti i costi, che hanno fatto sentire la loro voce al numero uno del Cnr.
Ma un ruolo determinante lo ha avuto soprattutto la stragrande maggioranza dei ricercatori e dei tecnici che – contraddicendo quanti ingenuamente hanno dato una falsa rappresentazione della realtà – non solo ha manifestato apertamente l’intenzione di continuare ad operare nella struttura scientifica di Mangone, ma ha rivendicato il diritto di essere consultata sulla questione, siccome previsto dal vigente regolamento di organizzazione e funzionamento.
Continua, dunque, la battaglia in difesa dell’importante presidio di ricerca medico-scientifica, supportata da oltre duemila firme di cittadini, pazienti, esponenti della società civile e sensibili forze politiche.
Gli organi di vertice del Cnr - dopo una inerzia protrattasi da settembre 2011 ad oggi, durante la quale non sembra abbiano mai chiesto la riattivazione della convenzione Cnr/Regione Calabria che, inopinatamente, il governatore Giuseppe Scopelliti aveva unilateralmente risolto, anziché accogliere supinamente le richieste della dirigenza locale dell’Isn, che vorrebbe emigrare armi e bagagli, verso l’Università di Catanzaro - diano risposte concrete alla cittadinanza cosentina, alle forze politiche e al personale dell’Istituto.
La scienza, soprattutto quella pubblica, come noto, deve essere al servizio esclusivo della comunità. E non di altri.