di Biancamaria Gentili
L’iter procedurale seguito dalla Presidenza del Consiglio per nominare il nuovo presidente dell’Istat, tempestivamente censurato dall’Usi-Ricerca e dal Foglietto del 21 giugno scorso, attese le modalità con cui si sarebbe svolto, non sembra abbia del tutto convinto più di qualche parlamentare. Soprattutto tra coloro che, legge alla mano, avrebbero dovuto, in qualità di componenti della Commissione affari costituzionali, esprimere il proprio parere prima della formalizzazione della nomina stessa.
Invece, con un percorso del tutto anomalo e di dubbia legittimità, si è fatto a meno del detto parere, che pure è obbligatorio.
A chiedere spiegazioni al governo nei giorni scorsi, con un atto ispettivo (n. 4-01052), è stata Roberta Lombardi, fino a qualche giorno fa capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati.
Al momento, il testo del provvedimento non è disponibile. Si sa soltanto che è stato inviato alla Corte dei conti per la registrazione.
E’ auspicabile che il premier Letta fornisca al più presto delucidazioni su quella che, anche agli organi di stampa, non è sembrata una storia lineare.