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Sabato, 06 Lug 2024

di Rocco Tritto

Tutti, ma proprio tutti, organi di informazione compresi, il 21 giugno scorso erano convinti che, dopo le dimissioni di Enrico Giovannini rassegnate il 28 aprile, il governo avesse nominato presidente pro tempore dell’Istat – che giuridicamente significa presidente in carica, cioè a tutti gli effetti – il professor Antonio Golini.

A sollevare forti dubbi erano stati soltanto Usi-Ricerca e Il Foglietto[1, 2, 3, 4], al punto che il ministro Dario Franceschini, il 3 luglio, aveva dovuto riferire in Parlamento, dove aveva parlato di nomina di un facente funzioni, così smentendo quanto riportato sul sito istituzionale del governo e cioè che Golini era stato nominato presidente pro tempore, che giuridicamente è figura assai diversa dalla prima.

Il 15 luglio, però, Antonio Golini ha varcato il portone d’ingresso di via Balbo e, subito, ha inviato un messaggio al personale, precisando di aver assunto "le funzioni di Presidente dell’Istat" e manifestando "grande orgoglio e soddisfazione" per l’affidamento della "conduzione pro-tempore di un istituto come l’Istat".

Anche i sindacati, nella stessa giornata, ricevevano un messaggio di Golini, nella qualità di presidente dell’Istat.

Contestualmente, sul sito istituzionale dell’ente statistico appariva una nota con la quale veniva comunicato che: “Il professor Antonio Golini è l'attuale Presidente dell’Istat”, senza che vi fosse traccia del decreto di nomina.

L’equivoco, non di poco conto, persisteva, dunque, per cui l’unico modo per fare chiarezza sarebbe stato quello di prendere visione del decreto di nomina che, fino a quel momento né il governo né l’Istat avevano pubblicato, con ciò dando dimostrazione di scarsa trasparenza.

Ci pensavano Usi-Ricerca e Il Foglietto il 16 luglio a chiederne copia sia al presidente dell’Istat che all’Ufficio stampa dell’ente.

Dopo un primo sollecito, a rispondere era soltanto l’Ufficio stampa di via Balbo che, dopo aver ammesso di non essere in possesso del documento, comunicava di aver “girato” la richiesta del Foglietto alla direzione generale dell’Istituto.

Stante il silenzio della direzione generale e, soprattutto, del professor Golini, che non poteva non essere in possesso del decreto, visto che si era già insediato al vertice dell’ente statistico, Il Foglietto reiterava la richiesta questa volta alla Presidenza del consiglio dei ministri e al ministro della Funzione Pubblica, quest’ultimo quale titolare della delega sull’ente.

Nella serata del 17 luglio, Fabrizio dell’Orefice, portavoce del sottosegretario alla Presidenza del consiglio Giuseppe Patroni Griffi, comunicava al Foglietto che “il documento sarà presto reso pubblico”.

Solo nella tarda serata del giorno successivo, 18 luglio, copia del decreto giungeva alla redazione del Foglietto ed aveva come mittente Davide Russo, portavoce del ministro D’Alia.

Da una semplice lettura del documento era finalmente chiaro che Antonio Golini era stato nominato “facente funzioni di presidente dell’Istat” e non già presidente pro tempore, come da tutti ritenuto.

Nella mattinata del 19 luglio, la segreteria nazionale di Usi-Ricerca inviava all’Ufficio stampa dell’Istat il seguente messaggio:

“Spett.le Ufficio Stampa,

per una più corretta e trasparente informazione istituzionale, si invita a voler precisare nella pagina del sito web Istat http://www.istat.it/it/istituto-nazionale-di-statistica/presidente che il prof. Antonio Golini è l’attuale facente funzioni di presidente che, come noto, è figura assai diversa da quella del presidente. Tanto, infatti, si evince dal Dpcm 13 giugno 2013, trasmesso dal Governo al Foglietto della Ricerca “.

Nel primo pomeriggio dello stesso giorno – meglio tardi che mai - sul sito istituzionale faceva la sua comparsa il Dpcm di nomina e veniva apportata la necessaria correzione, per cui Antonio Golini non era più “attuale presidente dell’Istat” ma il facente funzioni di presidente.

Lo stesso Golini, bontà sua, nella serata rompeva il silenzio verso Usi-Ricerca e comunicava che il richiesto decreto di nomina era reperibile sul sito dell’Istat.

Peccato però che il sindacato lo avesse ricevuto 24 ore prima dal ministro D’Alia, dandone pronta comunicazione all’Ufficio stampa dello stesso Istat.

Da ultimo, non può essere sottaciuta una ulteriore circostanza, che riguarda proprio l'Ufficio della comunicazione dell'Istat che, il 16 luglio, come sopra evidenziato, faceva presente al Foglietto di non essere in possesso del decreto di nomina di Golini, salvo poi far apparire qualche giorno dopo sulla intranet dell'Istituto una comunicazione datata 15 luglio 2013 con il link al medesimo decreto. Un comportamento scorretto, davvero sconcertante.

Questa la ricostruzione fattuale e cronologica di una vicenda, quella della nomina di Golini a facente funzioni di presidente dell’Istat, scarsamente trasparente e di dubbia legittimità, come argomentato nell'articolo di Roberto Tomei, che peraltro avrebbe dovuto avere durata assai limitata, al sol fine di consentire al governo di avviare l’iter per la nomina del presidente pleno jure.

E’ appena il caso di evidenziare che, a distanza di quasi tre mesi dalle dimissioni di Giovannini, il consiglio dei ministri non ha mai posto l’argomento all’ordine del giorno, così dando ancora una volta ragione a quanti sostengono che in Italia “non c’è nulla di più definitivo di un provvedimento temporaneo”.

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